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Il Buco di Viso: il primo traforo delle Alpi

La storia
I lavori per la realizzazione del Buco di Viso furono avviati nel 1478 per volere del marchese di Saluzzo Ludovico II, d’intesa con il re di Provenza Renato D’Angiò. L’impresa fu terminata in 18 mesi da maestranze italiane, con lo scopo di agevolare il passaggio di merci da un versante all'altro delle Alpi. A quei tempi, infatti, il Marchesato di Saluzzo necessitava di una via di commercio alternativa ai passi controllati dai Savoia, in particolare per evitare i dazi imposti sull'acquisto del sale proveniente dalle saline della Provenza. Per questo motivo si scelse di migliorare il percorso più rapido, ovvero quello attraverso il Colle delle Traversette, scavando una galleria di 75 metri che permetteva di evitare la parte terminale più ripida e pericolosa della salita al passo, che culmina a 2950 m di quota.
Nel corso dei secoli, non solo il sale passò attraverso il Buco di Viso, ma anche canapa, lino, olio di noce e tutto ciò che, prodotto nel Monferrato o nel Saluzzese, poteva essere appetibile per i mercati franco-provenzali.
Inoltre, di qui passarono anche gli eserciti di Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I, fino alla temporanea chiusura della galleria durante la Rivoluzione Francese.
Oggi, anche grazie al contributo del Parco del Monviso e della Regione Piemonte, nel 2014 il Buco di Viso è stato ripristinato ed è accessibile agli escursionisti nei mesi estivi, rappresentando una delle principali attrazioni turistiche della Valle Po. Nel solo 2018 sono stati registrati oltre 20mila passaggi.

Il video realizzato nel 2014 dalla Regione Piemonte in occasione della riapertura

L’itinerario
Pian del Re – Buco di Viso e Colle delle Traversette
Quota minima: 2020 m
Quota massima: 2950 m
Dislivello: 930 m
Tempo di percorrenza: 5 h
Segnavia: V16
Difficoltà: Escursionistico (E)
Periodo consigliato: seconda metà di giugno - ottobre
Accesso: in auto fino al Pian del Re (parcheggio a pagamento, 10 euro), nel comune di Crissolo (CN)
Scarica la traccia gpx del percorso Pian del Re - Buco di Viso

Dal parcheggio di Pian del Re (2020 m) si imbocca l’evidente mulattiera che si sviluppa sul versante sinistro orografico della valle. Lasciato sulla destra il bivio che porta al Colle della Gianna e sulla sinistra le indicazioni per il Lago Superiore e il Rifugio Vitale Giacoletti, il percorso giunge con ampi tornanti al Pian Armoine (2500 m), dove si incontra il bivio per l’omonimo colle.

Nella sequenza le immagini - prodotte da Eurodrone per il Parco - presentano il Vallone che parte da Pian del Re (in basso sulla sinistra), l'imponente parete dal versante italiano, l'ingresso del Buco di Viso e la veduta dell'ingresso sul versante francese

Il sentiero compie poi un traverso sotto le grandi pareti che caratterizzano le pendici del Monte Meidassa, fino all'incrocio con il Sentiero del Postino (2600 m), al quale si continua a procedere in salita in direzione di Pian Mait (2720 m).

L’ultimo tratto di salita attraversa una vasta pietraia, spesso coperta da un nevaio fino ad estate inoltrata, in cui sono ancora visibili le matasse di filo spinato abbandonate dopo l’ultima Guerra Mondiale. Ripidi tornanti conducono ad una casermetta (2820 m) e poi al bivio per il Buco di Viso, raggiungibile a poche decine di metri sulla destra (2860 m).



L’antico tunnel è percorribile preferibilmente con l’aiuto di una torcia e permette di guadagnare rapidamente il versante francese. Prima di rientrare a valle lungo lo stesso percorso di salita, è anche possibile salire fino al Colle delle Traversette (2950 m), da dove si gode una splendida vista sul Queyras e sull’alta Valle Po.

Il Buco di Viso viene riaperto solitamente nel mese di giugno e resta transitabile fino ad ottobre circa, in base alle condizione della neve in quota (in inverno il lato francese viene chiuso per evitare la formazione di ghiaccio e neve all'interno del tunnel).

Alcune foto della riapertura effettuata a cura dei gestori dei rifugi Giacoletti e Viso.

Le immagini sono tratte dalla pagina social del Rifugio Viso (F).

L’Ente di Gestione delle Aree protette del Monviso ricorda che l’attività escursionistica richiede abbigliamento e calzature adeguate alla stagione, alla tipologia di escursione e alla quota che si intende raggiungere. È inoltre sempre necessario verificare preventivamente le condizioni del luogo in cui si sviluppa l’escursione, con particolare riferimento a condizioni meteorologiche, stato del terreno, stabilità del manto nevoso e pericolo valanghe. Nelle aree naturali protette gestite dall’ente è inoltre in vigore un regolamento di fruizione: alcune buone norme di comportamento e il rimando al regolamento stesso sono pubblicati su www.parcomonviso.eu/visite/parco-naturale-del-monviso-istruzioni-per-l-uso.
L’ente non è in ogni caso responsabile per danni a persone, animali o cose derivanti dalla fruizione dei sentieri indicati e delle proprie aree in attività escursionistica, alpinistica e scialpinistica.

Ultimo aggiornamento: 11/01/2024 15:25