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Gli arbusti

Dovendo considerare un’ampia gamma di differenti ecosistemi che, dalla pianura giungono fino alle quote più elevate dei settori alpini, la varietà di forme arbustive che si possono osservare nelle aree protette del Parco del Monviso è vastissima. In alta quota gli arbusti non scompaiono come accade invece per gli alberi (al di sopra di 2300 m circa) ma si presentano “nanizzati” e prostrati. Numerose specie di salice come ad esempio Salix reticulata, Salix herbacea e l’Azalea alpina (Louseleria procumbens) sopravvivono anche a quote elevate, insieme alle piante alle erbacee dei pascoli e delle rupi alpine. Essi crescono lentissimi e i loro rami strisciano al suolo contorcendosi. Tutto in questi arbusti estremi è di piccole dimensioni, anche le foglie e i fiori. In alta montagna tutti gli organismi viventi devono attuare strategie di sopravvivenza a condizioni fortemente ostili e sono costretti a concentrare il loro ciclo riproduttivo in un arco di tempo assai ridotto. Anche le piante non possono sottrarsi a questa regola naturale e gli arbusti nani alpini ne sono uno splendido esempio.

Sempre nell’ambito delle alte quote ma in condizioni meno estreme, si possono incontrare altre specie arbustive tra le quali il rododendo (Rododendrum ferrugineum) e l’Ontano verde (Alnus viridis). Il primo è tipico dei versanti assolati e rocciosi mentre il secondo predilige luoghi umidi e i versanti più freschi, dove il manto nevoso permane al suolo per un tempo maggiore come accade ad esempio con i versanti esposti a nord.

Anche i mirtilli sono arbusti e questi ultimi sono presenti con diverse specie nel Parco, (Vaccinium myrtillus, V. uliginosum e V. vitis-idaea). Il primo è il mirtillo in senso stretto e ampiamente ricercato per la bontà delle sue bacche. Lo si incontra in aree aperte o nel sottobosco di conifere ed è talvolta presente anche a quote inferiori nel sottobosco delle faggete. Tra gli arbusti tipici dei versanti montani troviamo inoltre due specie munite di spine acuminate: il Crespino (Berberis vulgaris) e l’Uva spina (Ribes uva-crispa). Il primo presenta fiori gialli primaverili e bacche rosse autunnali dalla forma allungata ed anche il margine delle sue foglie si presenta spinoso. L’Uva spina è invece una pianta ben più nota per le sue bacche prelibate. Si tratta di un piccolo arbusto dalle foglie piccole, dai fiori poco appariscenti e dalla presenza di spine triforcate all’ascella delle foglie.

Arbusti campestri e di bosco
Nelle aree di pianura, fra le specie arbustive caratteristiche segnaliamo: il Nocciolo (Corylus avellana), il Sambuco (Sambucus nigra), il biancospino (Crataegus monogyna), il Sanguinello (Cornus sanguinea), il Prugnolo (Prunus spinosa), l’Euvonimo (Euonymus europaeus), la rosa canina (Rosa canina) e il rovo (Rubus sp.), tutti arbusti presenti nel bosco planiziale e tipici di quelle che un tempo erano le siepi campestri. Dove ancora è possibile incontrare queste formazioni, si può osservare un ambiente ricco di biodiversità, grazie proprio al contributo offerto dagli arbusti che ospitano numerose specie di insetti, uccelli e micromammiferi. Nei pressi delle aree umide, siano esse di origine naturale o artificiale, prevalgono i salici arbustivi (Salix purpurea, salix eleagnos ecc.) ma non è raro tuttavia incontrare anche specie esotiche come la Buddleja davidii//, un arbusto spesso noto con il nome improprio di “albero delle farfalle” per la sua capacità di attirare numerosissimi insetti (fra i quali abbondano i lepidotteri) grazie alla sua ricchissima fioritura tardo-primaverile-estiva. Si tratta di una specie di origine orientale ed introdotta a scopo ornamentale, ma che si è ampiamente diffusa negli ambienti naturali occupando incolti aridi, margine di strade e greti sassosi dei corsi d’acqua.

Ultimo aggiornamento: 13/04/2019 15:21