In alto a sinistra il Monviso, al di sotto panorama sulla valle Po in veste autunnale, con alcuni alberi con foglie rosse e gialle in primo piano a destra
Panorama autunnale sul Monviso

Il Parco naturale del Monviso

Il Parco Naturale del Monviso, istituito con Legge Regionale 19/2015, coincide per una buona parte con il territorio della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Gruppo del Monviso e Bosco dell’Alevé” (IT1160058) e si estende a cavallo tra le Valli Po e Varaita, da 1300 m s.l.m. alla cima del Monviso (3841 m).

Ha una superficie complessiva di circa 10.000 ettari dopo gli ultimi ampliamenti del 2019 in Valle Po.

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Scorcio del Bosco de l’Alevé presso il Lago Bagnour (foto: Renzo Ribetto)

Mentre in alta Valle Po il territorio del Parco e della ZSC/ZPS si estende in gran parte al di sopra del limite superiore della vegetazione arborea con ambienti rupicoli o detritici, in Val Varaita l’area protetta include anche vaste superfici boscate, costituenti il Bosco dell’Alevé.

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Il cembro monumentale del Bosco dell’Alevè

Questo ambiente forestale rappresenta la più estesa formazione di Pino cembro (Pinus cembra) allo stato puro o con larice (Larix decidua) delle Alpi occidentali (825 ha).

A livello di fauna la specie più caratteristica è la nocciolaia (Nucifraga caryocatactes), un corvide dal comportamento elusivo ma facilmente individuabile dal suo richiamo ripetuto.

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Un larice nella neve (foto: Marco Rastelli)

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Il Monviso fotografato dal Lago Fiorenza

Nel complesso, gli ambienti più rappresentati nel Parco sono quelli tipici degli ecosistemi alpini, quali praterie d’alta quota, arbusteti, rocce, macereti e qualche residuo lembo di ghiacciaio.

Molte zone di prateria sono ancora utilizzate per il pascolo d’alpeggio, soprattutto di bovini e ovini. Il Monviso, la vetta più alta della Alpi Cozie con i suoi 3841 m, appartiene al gruppo geologico delle pietre verdi, cioè da rocce eruttive oceaniche parzialmente metamorfosate e da rocce metamorfiche vere e proprie, originatesi circa 80 milioni di anni fa.

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Molti sono gli habitat e le cenosi tutelati dalla Direttiva europea tra cui i lembi di ghiacciai permanenti, le rupi e i ghiaioni, le praterie basifile alpine e subalpine arricchite dalla presenza della Veronica allionii (un endemismo delle Alpi occidentali), i saliceti alpini d’altitudine, la vegetazione erbacea e arbustiva dei torrenti.

Per la sola flora, ricca di endemismi, sono segnalate oltre 500 specie di piante superiori.

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Veronica alionii (foto: Marco Rastelli)

Pian del Re è il sito dove è più facile osservare la Salamandra lanzai (all. IV Dir. Habitat), un anfibio endemico di alcune vallate delle Alpi Cozie piemontesi e del limitrofo versante francese, una delle specie zoologiche più interessanti del Piemonte, ove è concentrata gran parte della popolazione mondiale.

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Un esemplare di Salamandra di Lanza

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Un esemplare di Rana temporaria (foto: Marco Rastelli)

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Tre stambecchi adulti sorvegliano con lo sguardo due esemplari giovani

Nell’area protetta sono segnalate ben 117 specie di uccelli, di cui 48 certamente nidificanti e il 22% è inserita nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”.

Di particolare interesse è la presenza, seppur localizzata, della tipica fauna alpina: i settori di alta quota rappresentano un ottimo habitat per la pernice bianca (Lagopus muta) e la lepre variabile (Lepus timidus).

Il fagiano di monte (Lyrurus tetrix) e la coturnice (Alectoris graeca) sono distribuiti ad altitudini generalmente più basse, preferendo rispettivamente le zone ecotonali e le aree rocciose più assolate.

Una delle principali minacce per la conservazione di queste specie è rappresentata dalle attività turistico-ricreative, specialmente quando queste interessano aree importanti per lo svernamento, il corteggiamento o l’allevamento delle nidiate.

Tra i numerosi mammiferi, oltre ai più visibili stambecco, marmotta, camoscio, cervo, sono altresì presenti, tra gli altri, il lupo, specie particolarmente protetta, alcuni Chirotteri.
Tra i gliridi, il moscardino (Muscardinus avellanarius, All. IV Dir. Habitat) e il quercino (Elyomis quercinus) specie di rilevante interesse conservazionistico poiché in forte declino in gran parte del suo areale.

Nell’area protetta, inoltre, tra gli Insetti, sono segnalate 99 specie di coleotteri Carabidi e almeno 103 specie di Lepidotteri tra cui Parnassius apollo, P. mnemosyne, Phengaris arion, tutte inserite nell’All. IV della Dir. Habitat.

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Un esemplare di Parnassius apollo

Ultimo aggiornamento: 03/11/2021 15:00
Uno scatto invernale nel Bosco dell'Alevè, con un pendio innevato che si chiude con una distesa di pini cembri ricoperti in parte di neve

Il Bosco dell'Alevè

L’Alevè risulta il bosco di Pino Cembro “puro” più a sud dell’intera Europa, questo aspetto accresce ulteriormente la responsabilità per tutti di garantirne la conservazione