un esemplare dell'insetto pronto per essere inserito in un fascicolo di catalogazione

Scoperto un nuovo insetto nel Parco, il 'Drusus delmastroi'

Il Piemonte è un’area ricca di flora e fauna, e questo sia per la sua posizione biogeografica che per la notevole molteplicità di ambienti naturali rappresentati in regione.

Forse anche per questo motivo negli ultimi secoli su questo territorio sono stati realizzati una moltitudine di studi rivolti alla miriade di specie che la popolano; tantissimi naturalisti e zoologi anche molto famosi, l’hanno percorsa in lungo ed in largo, raccogliendo esemplari, catalogandoli, studiando la loro biologia, annotando i più incredibili aspetti della loro vita, sia nel corso di lunghi viaggi di esplorazione che durante le ricerche partite da alcuni centri di ricerca d’eccellenza presenti in Regione.

Quindi questa grande tradizione di studi naturalistici regionali potrebbe indurre a pensare che tutti gli animali che la popolano siano noti alla scienza ed abbiano per lo meno “nome e cognome”.

Invece, a giudicare dalle recentissime ricerche realizzate dai curatori del Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola, non è affatto così!

un ambiente alpino con alcuni arbusti rossicci in primo piano e un rilievo sullo sfondo
Alto vallone Frassaia, località in cui è stata trovata la specie

Infatti fa notizia che sia stata individuata una specie di insetto sconosciuta alla scienza. Non un microscopico esserino nascosto nel terriccio o relegato sul fondo di un lago, ma una “farfallina” con un’apertura alare intorno ai tre centimetri che frequenta piccoli ruscelli montani.

La specie, nuova per la scienza, è stata descritta sulla rivista “Braueria” dal prof. Malicky, specialista austriaco conosciuto a livello mondiale, che l’ha battezzata Drusus delmastroi, in onore di Gianni Delmastro, uno dei curatori del museo carmagnolese, il primo e per ora unico zoologo che l’ha trovata in Valle Po in zona Frassaia, presso le Meire di Luset, durante le ricerche sul campo nell’estate 2019.

Drusus delmastroi appartiene al vasto gruppo dei Tricotteri, un numeroso ordine di insetti acquatici che in tutto il mondo conta circa cinquantamila specie conosciute.

I Tricotteri adulti hanno per lo più abitudini crepuscolari o notturne, vita breve (da qualche settimana a pochi mesi), sono terrestri ed assomigliano ad una farfallina dalle lunghe antenne, munita di 4 ali membranacee ricoperte da peluria (da ciò il nome dell’ordine) e con colori poco vivaci. Questi insetti trascorrono la fase larvale (stadi preimmaginali) in acqua, dove la larva è protetta da un involucro mobile di seta, con la forma di caratteristico astuccio, cui si fissano frammenti di vari materiali sedimentati sui fondali.

I pescatori che frequentano i torrenti alpini conoscono bene queste larve acquatiche, che usano come esca per le trote (“portafäs”o “sabiulign”).

La nuova specie scoperta dal ricercatore carmagnolese ha corpo giallastro con macchie brune, antenne e zampe nerastre, ali traslucide grigio-brune, con macchioline chiare. È per lo meno curioso il fatto che quest’ultima scoperta sia avvenuta a qualche centinaio di metri da un piccolo ruscello presso Pian Munè, sempre nel territorio comunale di Paesana, dove lo stesso Delmastro 17 anni prima aveva raccolto un’altra specie di Tricottero nuovo per la scienza, questa volta con sfarfallamento autunnale, in seguito “battezzata” Consorophylax delmastroi: evidentemente questo settore della Valle Po è particolarmente ricco di insetti Tricotteri.

Questa novità faunistica contribuisce certamente ad accrescere la biodiversità della Valle Po, area già così ricca di preziosità naturalistiche.

un piccolo corso d'acqua scende tra rocce ai cui lati si trovano fiori gialli
Un ruscello in Località Luset, dove potrebbero trovarsi le larve

Ulteriori indagini in questo settore della provincia cuneese potranno meglio definire la biologia e la distribuzione di questo insetto, magari rilevando anche la sua possibile presenza nel Parco del Monviso.

D’altra parte questa interessante ed inattesa scoperta pone in evidenza certi aspetti del lavoro che si svolge nei musei naturalistici più attivi, che magari non tutti conoscono. Infatti in queste strutture, veri centri sullo studio della biodiversità, si fa certo divulgazione, ma anche - e talora soprattutto - una stimolante ricerca scientifica, sia in laboratorio che in natura, dove il più genuino naturalista trascorre le ore più piacevoli ed eccitanti delle sue indagini, spesso immerso nei panorami mozzafiato delle nostre vallate alpine.

fotografie di Giovanni B. Delmastro
Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola

Ultimo aggiornamento: 15/12/2021 11:50