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18 - Ritornano i pipistrelli della colonia di Staffarda

Il nostro 18° appuntamento è di particolare attualità. Parliamo infatti di pipistrelli, soprattutto per sfatare tante notizie infondate e per "garantire" i chirotteri italiani.
La rubrica offre tre contributi.
Il testo e il video in cui il tecnico del Parco, dr. Mara Calvini, presenta la colonia di Staffarda.
Quindi daremo spazio alla nota della Stazione Teriologica Piemontese, per concludere con una dettagliata analisi dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che chiarisce in maniera molto semplice come potrebbe essere nata la pandemia che tutti conosciamo.
Buona visione e buona lettura.

Tra i Siti di Importanza Comunitaria gestiti dal Parco del Monviso, i Boschi e colonie di chirotteri di Staffarda, nel comune di Revello, è stato istituito nel 2019 dalla Regione Piemonte proprio per conservare gli ultimi lembi di boschi planiziali e l’importante colonia di pipistrelli che utilizza un vano dell’Abbazia di Staffarda in periodo riproduttivo.
"E’ ai primi di aprile che, puntualmente, ogni anno dalla metà del secolo scorso, arrivano ben 1200 femmine di due specie: Vepertilio maggiore e Vespertilio minore intente a partorire e ad allevare un solo piccolo//" ci racconta nel video il tecnico del Parco, Mara Calvini, esperta in chirotteri e autrice di questo filmato che, in rispetto alle disposizioni vigenti è stato realizzato in modalità smart working.

"Come tutti i nostri chirotteri si cibano di insetti e artropodi. Il Vespertilio maggiore, ad esempio, pattuglia lo spazio tra gli alberi e i pascoli circostanti alla ricerca di coleotteri, ne ascolta i fruscii prodotti dal loro zampettare sull’erba, per poi tuffarsi a terra e concedersi un sostanzioso spuntino.
E’ innegabile il loro ruolo per l’ecosistema, la cui presenza è sinonimo di buona qualità ambientale. Molte specie sono in forte diminuzione e per questo tutte le specie europee sono protette dalle normative vigenti e dalla Direttiva Habitat che consente al personale del Parco del Monviso di monitorare annualmente l’andamento della colonia.
L’appuntamento fisso è quindi quest’estate per osservare la suggestiva Abbazia cistercense del XII secolo e uno scorcio di vita frenetica di questi complessi e splendidi mammiferi, rigorosamente dietro una videocamera a infrarossi per non disturbarli"
conclude Mara Calvini.

Libri consigliati
Nel video sono citate due interessanti volumi, tra i vari presenti sul mercato:
La vita segreta dei pipistrelli di Danilo Russo, Lit Edizioni
Chi ha paura dei pipistrelli? di Maria Rabozzi, Edizioni Belvedere

un esemplare di Myotis blythii durante le osservazioni, foto di Mara Calvini

NOTA IMPORTANTE
La Stazione Teriologica Piemontese ha sottolineato con una nota del 31 marzo 2020 come, "a causa delle molte informazioni carenti e spesso errate che circolano relativamente all’origine di COVID-19, si sono diffusi nella popolazione timori circa il rischio di contrarre la malattia dai nostri pipistrelli.
Tali timori, che abbiamo potuto constatare direttamente, per le richieste di informazioni e aiuto che ci sono pervenute da molti cittadini in questi giorni, potrebbero tradursi in interventi di eradicazione e distruzione di colonie, in violazione delle leggi vigenti e con conseguenze molto negative sotto il profilo ambientale. Episodi di distruzione di colonie per la medesima causa sono già stati segnalati in Europa.


L’ISPRA, nella consapevolezza del problema, ha redatto un testo volto alla corretta informazione del pubblico: leggi.

Secondo l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale "I pipistrelli sono stati indicati come origine del virus SARS-CoV-2, causa della pandemia Covid-19 che sta colpendo tutto il mondo, causando moltissime vittime. Al riguardo si ritiene necessario chiarire la relazione tra la presenza di chirotteri e il rischio di trasmissione di questo virus. Il virus non è stato isolato nei pipistrelli, tuttavia studi recenti hanno evidenziato una forte similitudine (96%) tra il genoma del SARS-CoV-2 e quello di coronavirus SARS-like presenti in pipistrelli rinolofidi cinesi. Va evidenziato che i coronavirus costituiscono un gruppo assai diverso presente in uccelli e mammiferi".

Per approfondire
Sempre dal testo dell'ISPRA:
"Il nome coronavirus deriva dalla presenza di strutture superficiali acuminate (peplomeri) dotate di glicoproteine spike che si legano ai recettori cellulari dell’ospite che viene infettato con un meccanismo tipo chiave-serratura, che richiede cioè specificità strutturale. Le glicoproteine di superficie dei coronavirus SARS-like presenti nei pipistrelli non hanno la capacità di legarsi efficacemente ai recettori posti sulla superficie delle cellule umane, fatto che rende, sulla scorta delle migliori conoscenze, queste forme virali innocue per l’uomo.
Sulla base di queste considerazioni, si ritiene che il passaggio diretto dal pipistrello all’uomo non possa provocare alcuna patologia in quest’ultimo. Lo spillover zoonotico, quindi il salto dall’animale all’uomo, ha perciò implicato una modifica di tali strutture che sono così divenute compatibili con le cellule umane. Tale modifica è plausibilmente avvenuta all’interno di un ospite intermedio appartenente ad un’altra specie, con ogni probabilità attraverso il pangolino.
Forme virali presenti in pangolini importati illegalmente in Cina sono risultate vicine al nuovo coronavirus e il pangolino è ampiamente utilizzato a scopo alimentare e nella farmacopea tradizionale di quel Paese, fatto che spiega le modalità di passaggio dall’animale all’uomo. I coronavirus isolati nei pangolini sequestrati appartengono a due varianti i cui genomi sono molto simili (85.5%-92.4%) a quello di SARS-CoV-2, con una similitudine particolarmente elevata per quanto riguarda le strutture spike di ancoraggio alla cellula infettata.


È stato, in particolare, riportato che gli studi finora condotti ricondurrebbero il precursore virale di SARS-CoV-2 a una colonia di pipistrelli rinolofidi presente circa 1000 km a sud di Wuhan, popoloso centro nel cui mercato (wet market) si sarebbe inizialmente propagata l’infezione. L’ipotesi iniziale, quindi, è stata che la compresenza di pangolini e pipistrelli nelle condizioni igieniche più che precarie caratteristiche di mercati di questo tipo e la contaminazione di venditori e clienti con sangue e organi interni di animali detenuti in modo malsano o macellati in situ abbiano offerto al virus la possibilità di mutare ed effettuare il salto di specie. Successive ispezioni del mercato non hanno tuttavia rivelato la presenza di pipistrelli in vendita, ma pare che il mercato fosse stato accuratamente ripulito ben prima dell’inizio dell’infezione. Sicuramente, se l’epidemia è partita da una colonia di pipistrelli posta un migliaio di km a sud del mercato, è del tutto improbabile che sia stata innescata dallo spostamento spontaneo dei pipistrelli per una distanza così considerevole fino a un mercato dove si vendeva fauna selvatica. L’ipotesi più probabile è che qualora l’origine dello spillover sia effettivamente riconducibile ai pipistrelli, essa sia piuttosto legata al consumo di questi mammiferi, tradizione ancora esistente in Cina, che per motivi igienico sanitari andrebbe assolutamente evitato. Nel medesimo mercato erano, però, sicuramente presenti pangolini illegalmente venduti, dai quali è molto probabile che sia avvenuto il salto di specie.

La pandemia in corso sottolinea quindi come il traffico e il consumo di animali selvatici in Cina come in altre regioni del mondo, oltre a rappresentare una grave minaccia per la biodiversità, determinano rischi significativi di spillover zoonotici ed andrebbero pertanto urgentemente combattuti.

Nessun coronavirus potenzialmente dannoso per l’uomo è stato isolato in Italia o in Europa e la prossimità di pipistrelli all’uomo, come ad esempio quella che si realizza in presenza di colonie di questi mammiferi in aree abitate, non pone rischi di trasmissione di SARS-CoV-2.

Si ricorda inoltre
- conclude la nota dell'ISPRA - che i pipistrelli italiani svolgono un importantissimo servizio ecosistemico sopprimendo insetti effettivamente o potenzialmente nocivi alla salute umana, ai coltivi e ai boschi. Pertanto, la presenza di pipistrelli anche in prossimità di aree abitate costituisce un elemento positivo e non deve causare preoccupazione.
I pipistrelli italiani e i loro rifugi sono strettamente tutelati dalla legge del nostro Paese e dalle norme comunitarie, che ne vietano, tra l’altro, l’uccisione, l’alterazione o la distruzione dei siti in cui essi sostano, si riproducono o svernano. L’Italia si è impegnata sul piano internazionale nella tutela di questi animali, minacciati dalla scomparsa o dall’alterazione dei loro habitat così come dallo sviluppo di infrastrutture e diffusione di pesticidi, aderendo alla convenzione UNEP denominata EUROBATS con legge n. 104 del 2005."

Per chi è interessato ad approfondire l'argomento segnaliamo un articolo pubblicato da Focus in collaborazione con Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: leggi.

Un altro articolo interessante: Perché non avere paura dei pipistrelli, ce lo spiega Danilo Russo nella sua intervista a la Repubblica. leggi.

Staffarda e il Monviso, immagine di Mauro Piovano. La foto di testata è di Roberto Toffoli

Ultimo aggiornamento: 02/04/2020 17:25
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