
45 - Il canto d'amore del gallo forcello
Da metà aprile a maggio i maschi del Fagiano di monte si riuniscono per le loro parate nuziali in luoghi conosciuti con il nome di “arene”. Mettendosi in mostra con esibizioni del piumaggio, fischi, rogolii, saltelli e piccoli voli, i rivali si affrontano per definire la gerarchia e guadagnarsi il diritto ad accoppiarsi.
Dopo due anni di “astinenza” finalmente torno a vedere i galli in parata. L’attesa è stata lunga e l’adrenalina è alle stelle.
Dopo una frugale colazione parto e lasciata l’autovettura nel parcheggio inizio a salire su per il pendio che mi conduce all’arena di canto, che si trova a una altezza di circa 2.100 s.l.m. Lo zaino come sempre è piuttosto pesante perché oltre all’attrezzatura fotografica ho preso anche il capanno, il treppiede, l’abbigliamento di ricambio, il thermos del tè e qualcosa da mangiare. Dopo circa un’ora e venti di salita sono all’arena e monto la tenda mimetica. Il freddo è ancora pungente e l’eccitazione è al massimo, ma nonostante questo riesco ad addormentarmi.
Alle 04:40, preannunciato da un sordo battito d’ali, il primo gallo è ai margini dell’arena. Uno dopo l’altro arrivano altri maschi, in totale ci sono 6 magnifici fagiani di monte attorno al mio capanno.
Alle 05:40 una sottile linea rossa inizia a segnare l’orizzonte, di lì a poco albeggerà e finalmente potrò iniziare a fotografare.
Il primo canto è il classico soffio “chùch-scccùt” dopodiché iniziano con i rogolii, suoni molto caratteristici e ritmati; il capo e il collo si abbassano, la piume della coda si aprono a ventaglio e le ali sono molto basse, quasi a toccare terra. A questo punto i maschi entrano nel cuore dell’arena e danno inizio alle parate, fatte di posture, combattimenti finti o cruenti e piccoli voli .
I giovani restano ai margini dell’arena, questo per evitare di essere cacciati dal dominante.
Scatto a raffica cercando di immortalare, sia i combattimenti che i voli che le posture sopra descritte.
Quando in arena arrivano le femmine i maschi sembrano impazzire e l’attività raggiunge il culmine. Il maschio dominante, a volte seguito da uno o due rivali, insegue la femmina per accoppiarsi, ma solo quando lei decide che è pronta per l’accoppiamento si abbassa con il ventre a terra, permettendo alla specie di procrearsi.
I combattimenti e i canti proseguono finché inspiegabilmente tutti i galli s’involano; torneranno ancora nei giorni successivi fino a quando la loro stagione degli amori sarà conclusa.
Tornando al parcheggio ripenso a questo spettacolo incredibile che anno dopo anno mi spinge a salire nonostante qualsiasi tipo di avversità.
Questi momenti sono davvero unici, vorrei però sottolineare che sono molto delicati per la specie perché questo è l’unico periodo dell’anno durante il quale possono riprodursi e un eccessivo disturbo potrebbe comprometterne la riproduzione. Per questa ragione è d’obbligo adottare un comportamento idoneo, arrivando in arena almeno un’ora prima che arrivino i galli e lasciando l’arena solo dopo che l’ultimo gallo si sarà involato, così da evitare ogni fonte di disturbo.
Testi e foto di Fulvio Beltrando
Fulvio Beltrando è nato a Saluzzo e vive a Revello. Il legame con la sua terra di origine è sempre stato forte e negli anni si è consolidato attraverso l’attrazione per l'ambiente di media e alta montagna, esplorato attraverso la fotografia.
“Scatto come un appassionato e penso come un fotografo, per questo definisco il mio genere fotografico “reportage naturalistico” e ciò che più mi piace di questa forma d’arte è la possibilità di ritrarre la natura in modo unicamente personale. - così si presenta Beltrando - Uso le mie fotografie e le mie multivisioni come mezzo di divulgazione per far conoscere e avvicinare la gente alla natura."
A Novembre del 2019 è stato pubblicato il libro “Il belViso, la montagna che guarda gli uomini” per il quale ha curato la parte fotografica. I testi sono dello scrittore Enrico Camanni. Fusta editore.
Sue fotografie sono state inoltre pubblicate su diverse riviste, libri e quotidiani.