Palo indicatore con 5 cartelli di lego che indicano diverse direzioni tra cui il Rifugio Bagnour e gronfios martre. intorno pini cembri, cielo azzurro

Passeggiare nel Bosco dell'Alevè (Valle Varaita)

Il Bosco dell'Alevé ospita la più grande distesa di pini cembri dell'arco alpino, su una superficie di 820 ettari che si estende tra i 1600 e 2500 metri di quota, in una zona compresa tra i comuni di Casteldelfino, Pontechianale e Sampeyre, esattamente sulle pendici meridionali del Monviso. Si tratta di un bosco antichissimo, le cui origini si fanno risalire alle grandi glaciazioni del quaternario. Fu ricordato nell'Eneide di Virgilio e nella Historia Naturalis di Plinio il Vecchio.
Le origini del nome Alevè possono essere ricondotte al nome occitano del pino cembro,"elvou", oppure alla denominazione riscontrata in antichi documenti, dove questo luogo è citato come "bois de la Levée" per evidenziare la zona geografica a levante.
Il pino cembro, con il suo colore verde scuro spicca sul pallido verde dei larici ed ha la caratteristica di avere gli aghi riuniti a cinque a cinque. I suoi rami robusti sono incurvati verso l'alto ed il tronco può raggiungere i venti metri di altezza. Il pino cembro è un albero a crescita molto lenta, addirittura doppia di quella necessaria per le altre conifere. Una caratteristica unica di queste piante è quella di svilupparsi anche all'interno di vecchi tronchi che poi il tempo distrugge: quando ciò accade si vengono a creare forme molto curiose.

immagine di dettaglio degli aghi del pino cembro
Dettagli del pino cembro

Le pigne del cembro sono particolarmente coriacee e, una volta cadute a terra, non si desquamano automaticamente. Madre natura ci ha pensato creando un connubio fra questi pini ed un uccello, la nocciolaia, che si nutre dei suoi pinoli e che, per estrarli, batte come un fabbro sulle pigne. Per far fronte ai lunghi mesi invernali, la nocciolaia trasporta grosse quantità di pinoli per parecchi chilometri nei suoi “nascondigli", normalmente esposti a sud. Tuttavia non sempre questo uccello si ricorda dove si trovano tutti questi luoghi-dispensa, perciò una percentuale di pinoli “dimenticati” è potenzialmente in grado di germinare e di dare vita a nuovi alberi. Questo spiega perché nel bosco dell'Alevè troviamo cembri che crescono su speroni rocciosi o in posti alquanto improbabili. Grazie alla nocciolaia, a 2950 metri di altitudine su una delle pareti della Cima delle Lobbie, cresce un pino cembro!

pigne di pino cembro sul terreno coperto di aghi secchi e alcune roccie
Pigne di pino cembro

Il bosco ospita due laghi: il Lago Bagnour (Lac Bagnour, 2017 m), che si sta trasformando in torbiera e il Lago Secco (Lac Sec, 1897 m), che con il tempo si sta sempre più arricchendo di acque. Questi specchi d'acqua ospitano un piccolo crostaceo, una sorta di gamberetto, che sembra sia esclusivo di questa zona. Presso il Lago Bagnour sorge l'omonimo rifugio, a pochi passi dal quale, all'attacco del sentiero che conduce nel Vallone dei Duc, si trova l'esemplare di pino cembro più vecchio del bosco: alto circa diciotto metri, si ritiene che abbia più di cinquecento anni. Questo cembro è registrato nell'Albo degli alberi monumentali d'Italia (leggi la scheda).
Nel bosco dell'Alevè si possono fare moltissime belle passeggiate, in tutte le stagioni dell'anno. Qui di seguito vi proponiamo quelle più classiche, le prime due delle quali sono adatte anche alle famiglie.
Tutti gli itinerari, con la dovuta attenzione, ed allenamento, sono percorribili anche in inverno con le racchette da neve (ciaspole).

ITINERARIO 1
Castello di Pontechianale – Rifugio Bagnour – Castello di Pontechianale
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Dislivello: 410 m.
Durata (andata e ritorno): 2h
Lunghezza (andata e ritorno): 4,60 km

Lasciata la vettura nei pressi del Rifugio Alevè (1582 mt), posto a destra sulla statale che conduce verso Castello, si imbocca la ben segnalata mulattiera (U8) in corrispondenza dell'evidente pilone votivo subito a monte del rifugio.
Il sentiero sale in deciso fra la vegetazione e, dopo circa dieci minuti, si giunge, facendo con una brevissima deviazione a sinistra, ad un punto panoramico dal quale si può ammirare il lago di Castello.
Proseguendo sulla via maestra, sempre contrassegnata da tacche biancorosse, dopo circa venti minuti si incontra il bellissimo Rifugio Grongios Martre (1745 m), situato in un'amena radura.

costruzione in pietra con tetto in lose con 5 camini e staccionata di legno con fiori sul davanti. un prato e alberi attorniano la costruzione
Il rifugio Grongios Martre

Continuando a salire, subito a monte del rifugio si giunge ad un crocevia, dove si trascura la mulattiera che scende a Villaretto. Si rimonta il sentiero passando poco sotto i ruderi della Grangia Ciamion e si giunge ad altre baite in rovina, le Grange Peiro Grongetto (1857 m). Uscendo dalla traccia per pochi passi, nella piccola radura vicina alle baite, si può notare una bella e grande cornice di tronchi di legno sapientemente posizionata in modo da inquadrare il Pelvo d'Elva che da qui è ammirabile in tutta la sua imponenza.

Una cornica in legno fatta di piccoli tronchi inconrnicia il pelvo d'elva, punta imbiancata con davanti un larice
Cornice sul Pelvo alle Grange Peiro Grongetto

In corrispondenza di questa piccola borgata diroccata si trova una nuova diramazione per Villaretto e per il Lac Sec (Lago Secco). La si trascura continuando a salire, ora nel bosco fitto, fino alla bellissima conca prativa di Pion Caval (1948 m). La radura, interamente circondata dai pini cembri, offre superbe visuali sul Pelvo d'Elva. Da essa si diparte un dedalo di sentieri che conducono nelle parti più alte dell'Alevè, verso il Vallone di Vallanta. Per continuare il nostro itinerario si gira a destra, seguendo sempre le indicazioni per il rifugio Bagnour, e si riprende a salire nel bosco. Poco più avanti si svolta a sinistra e si continua a salire fra gli alberi, su terreno sconnesso e sassoso, fino a raggiungere il rifugio Bagnour (2.019 m) e l'omonimo laghetto (2017 m), sulla spianata all'inizio del Vallone dei Duc.
Attraversando il lago e portandosi proprio all'attacco del sentiero per il Vallone dei Duc si può ammirare il grande cembro monumentale di circa seicento anni di età.
Il ritorno ripercorre lo stesso tracciato dell'andata.

Carta dell'itinarario 1
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ITINERARIO 2
Castello di Pontechianale – Rifugio Bagnour – Lac Sec – Castello di Pontechianale
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Dislivello: 450 m
Durata: 2h 30'
Lunghezza: 6,26 km

Si sale fino al Rifugio Bagnour seguendo quanto descritto nell'itinerario 1). Per raggiungere il sentiero per il Lac Sec occorre attraversare il lago Bagnour. Questo passaggio si fa dapprima tramite una precaria passerella di legno a gradini, poi mediante un più stabile ponticello di tre assi di legno affiancate e infine attraverso un sentierino di pietre. In questi tre brevi attraversamenti si deve puntare diagonalmente verso destra, avendo il rifugio Bagnour alle spalle a sinistra.

tra le rocce in primo piano si vede il lago bagnour, sulla sinistra il rifugio su un rialzo in pietra, in primo piano a destra un pino cembro. cielo azzurro con nuvole
Scorcio del Rifugio Bagnour e del Lago

Sulla riva destra del lago Bagnour si incontra quindi un crocevia e si segue il sentiero U51 per il Lac Sec (Lago Secco), che taglia dentro al bosco e confluisce con il sentiero che arriva da borgata Alboin (Casteldelfino). Con un percorso in discesa di circa quindici minuti su terreno sassoso e invaso dalle radici dei cembri che caratterizzano l'ambiente, esso conduce al piccolo ma meraviglioso specchio d'acqua del Lac Sec (1897 m). Il lago si trova alla sinistra del sentiero ed è possibile sostare sulle sue rive.
Per ritornare a Castello si deve riprendere, sempre in discesa, il sentiero proveniente dal Rifugio Bagnour; da lì a breve si incontra un crocevia: si tiene la destra per Castello tralasciando la via per Casteldelfino/Bertin/Alboin. Si percorre un tratto pianeggiante nel fitto bosco, quindi si incontra un nuovo bivio. Si tiene la destra, seguendo le indicazioni per Castello (Lou Castel), trascurando quelle per Villaretto (Lou Villaret). Da lì a poco un nuovo bivio: si tralasciano le indicazioni che fanno risalire per altra via al Rifugio Bagnour e si continua a seguire per Castello (Lou Castel). Il sentiero battuto è un lungo e panoramico tratto a mezza costa, con visuali sul Pelvo d'Elva e su tratti di pietraie circondate dai pini cembri.

Una radura erbosa con arbusti e qualche roccia circondata da verdi pini cembri, cielo azzurro
Radura di Pion Caval

La via dapprima è pressoché pianeggiante, poi risale dolcemente per recuperare circa cinquanta metri di dislivello, quindi spiana nuovamente fino a raggiungere, in corrispondenza delle Grange Peiro Grongetto (1857 m), il sentiero per il rifugio Bagnour percorso all'andata. Lo si prende a sinistra, in discesa verso Castello, incontrando da lì a breve il rifugio Grongios Martre (1745 m) quindi il punto panoramico sul lago di Castello ed infine l'arrivo presso il rifugio Alevè.

mappa dell'itinerario 2
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ITINERARIO 3
Castello di Pontechianale – Lac Sec - Rifugio Bagnour – Grange Gheit – Castello di Pontechianale
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Dislivello: 520 m
Durata: 4h
Lunghezza: 9,82 km

Questo anello, più lungo ed impegnativo dei due precedenti, include un suggestivo tracciato nel fitto bosco che si va a raccordare con il Vallone di Vallanta.
Si segue l'itinerario 1) fino alle Grange Peiro Grongetto (1857 m). Al crocevia si seguono le indicazioni per il Lac Sec (1897 m), che si raggiunge seguendo l'itinerario 2) al rovescio.
Giunti al lago, si sale per circa mezz'ora in direzione del rifugio Bagnour (2019 m).

lago dal colore verdastro con rocce che emergono circondato da pini cembri; cielo azzurro con nuvole
Il Lac Sec

Dal rifugio si scende seguendo a ritroso l'itinerario 1) fino alla radura di Pion Caval (1948 m). Qui si lascia a sinistra il sentiero per Castello (Lou Castel) e si segue la traccia per Pian Meyer e Grange Gheit. Si procede in saliscendi nel bosco tagliando a mezza costa fino al crocevia di Costo la Charma (1943 m). Si tiene la destra per Pian Meyer, trascurando la via per Villaretto (Lou Villaret) e Castello (Lou Castel). Il sentiero inizia a salire fra gli alberi; dopo qualche centinaio di metri si giunge ad una biforcazione. A destra il sentiero sale per Pian Meyer, mentre a sinistra esso conduce verso le Grange Gheit. Si prende questa direzione che passa in mezzo al bosco con un tracciato dapprima pianeggiante, poi in discesa per tracce fino ad un’ampia radura. Si continua lungo il margine superiore della radura, quindi si rientra nel bosco seguendo la via che taglia fra gli alberi in lieve salita fino alle diroccate Grange Belchiot. Il sentiero passa poco sopra i ruderi e conduce in piano alle Grange Gheit (1912 m), nei pressi del torrente Vallanta. Si attraversa il torrente su una passerella e con un piccolo tratto in salita si raggiunge il sentiero U9 che da Castello conduce al Rifugio Vallanta. Si prende la sinistra e in circa mezz'ora si scende a Castello, sbucando in corrispondenza del piccolo posteggio in corrispondenza di una chiusa idroelettrica e di una grossa fontana. Attraversando la strada statale e percorrendola in discesa a sinistra per circa 150 m si raggiunge il rifugio Alevè, punto di partenza dell'escursione.

in primo piano larici, pini cembri e prati dietro cui si intravede parte del lago di castello di un azzurro inteso. oltre il lato i pendii della montagna. cielo azzurro
Punto panoramico sul Lago di Castello

VARIANTE 3a
Grange Gheit passando per Pian Meyer
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Dislivello: 680 m.
Durata:4h 30'
Lunghezza: 10,9 km

Si segue l'itinerario 3) fino alla biforcazione. Anziché prendere a sinistra per le Grange Gheit, si continua il sentiero che sale nel bosco e, piegando verso sinistra si raggiunge la bella radura di Pian Meyer (2126 m). Da qui si segue a ritroso il sentiero U10 che conduce al Passo di San Chiaffredo: si scende nel bosco dapprima con ampi tornanti, poi su sentiero piuttosto ripido e sconnesso. Si raggiunge una radura (2018 m), si taglia lungamente verso nord e si scende con alcune svolte fra i pini. Si raggiungono i ruderi delle Grange Gheit (1912 m), quindi si segue il percorso descritto nell'itinerario 3) per scendere a Castello.

Mappa dell'itinerario 3 e 3a
Scarica la mappa degli itinerari 3 e 3a

ITINERARIO 4
Borgata Alboin – Rifugio Bagnour – Lac Sec – Borgata Alboin
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Dislivello: 530 m
Durata: 3h 15'
Lunghezza: 6,63 km
Questo itinerario ha inizio dalla borgata Alboin, poco sopra l'abitato di Casteldelfino (per raggiungerla si prosegue in direzione di Pontechianale dove al successivo tornante verso sinistra si stacca sulla destra una strada asfaltata con indicazioni per Alboin; passate le borgate Bertines e Serre, si può parcheggiare appena più a monte di Alboin dove termina la strada).
Il sentiero inizia dalla borgata Alboin (1500 m). Si lascia sulla destra l'itinerario per la Grangia Fungiarda e si prosegue in piano per un tratto fino a raggiungere un costone. Si prosegue sulla traccia ben segnalata che raggiunge la Peiro Pou Souiro (1648 m) e continua fino alle diroccate Grange Pralambert Sottano (1740 m) poste su un panoramico poggio con una superba visuale sul Pelvo d'Elva.

prateria alpina con vecchia costruzione in pietra (grange pralambert sottane), dietro visuale panoramica del pelvo d'elba, dalla caratteristica punta affusolata
Le Grange Pralambert Sottane ed il Pelvo d'Elva

Si passa a monte delle baite per rientrare nel bosco e infine sbucare sul bel pianoro dove si trovano le Grange Pralambert Soprano (1838 m). Qui si segue il tracciato U51 dentro la cembreta che prosegue verso il Lac Sec (1897 m) e quindi verso il Rifugio Bagnour (2019 m).
La via del ritorno parte dal rifugio e segue quanto descritto all'itinerario 1) fino alla bella radura di Pion Caval (1948 m), dalla quale si prende il sentiero in discesa per Pralambert/Alboin/Casteldelfino, che passa per il bosco alternandosi con tratti suggestivi in mezzacosta fino a ricongiungersi con il percorso di andata poco sopra le Grange Pralambert Soprano (1838 m).

mappa dell'itinerario 4
Scarica la mappa dell'itinerario 4

ITINERARIO 5
Borgata Alboin - Pralambert - Pian del Chiot - Croce di Ciampagna - Cruset – Borgata Alboin
Scarica la traccia gpx dell'itinerario 5

Si segue l'itinerario 4 fino alle Grange Pralambert Soprano (1838 m).
Qui si abbandona il tracciato U51 che prosegue verso il Lac Sec (1897 m) ed il Rifugio Bagnour (2019 m) per svoltare decisamente a destra e seguire il sentiero in leggera discesa che si inoltra di nuovo nella cembreta. Il tratto successivo, segnato da tacche bianco-rosse sugli alberi, è un lungo traverso che, con alcuni saliscendi e poi con una salita, raggiunge il bel Pian del Chiot (2063 m) dove il bosco si dirada. Si continua adesso in piano e poi in discesa fino ad uscire completamente dal bosco in corrispondenza di un rudere (1946 m). Qui si intercetta il sentiero proveniente da Serre e Bertines e lo si segue per raggiungere la vicina Croce di Ciampagna (1974 m).

Una croce in legno poggia su alcune rocce circondata da pini cembri, a terra un letto di aghi di pino secchi e qualche macchia di neve
La Croce di Ciampagna

Da qui si ritorna indietro fino al punto di intersezione fra il sentiero da Pian del Chiot e quello per Serre e Bertines e si prende quest'ultimo. Lo si segue quindi verso destra in direzione ovest per iniziare la discesa inoltrandosi di nuovo nella cembreta. Si raggiungono quindi le Grange Cruset (1752 m) e, usciti definitivamente dal bosco, si prosegue con un panoramico traverso su un versante più ripido, con vista sulla strada provinciale di fondovalle. A quota 1612 si trova il bivio con il sentiero che proviene da Ciampanesio e poco oltre con quello che in salita prosegue verso le Grange Fungiarda e il Lago Bagnour. Li si tralascia per continuare in discesa nella medesima direzione raggiungendo in breve le Grange Barsere e Albre (1574 m). Con un'ultima discesa infine si raggiunge il bel prato che intercetta la statale. Si percorre un pezzo di statale fino a raggiungere borgata Alboin (1500 m), punto di partenza dell'anello.
Volendo si può lasciare inizialmente l'auto nello slargo proprio dove arriva il sentiero del ritorno e raggiungere borgata Alboin, punto di partenza, percorrendo il breve tratto di statale a piedi.

mappa dell'itinerario 5
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Testi, video e foto di Elena Cischino

Ringraziamo l'autrice per aver scritto per il Parco questa mini-guida, utile a chi vuole visitare il Bosco. Per sicurezza abbiamo volutamente omesso i sentieri per alpinisti o escursionisti esperti.
Di seguito trovate i collegamenti ad altri racconti di Elena Cischino dedicati al bosco dell'Alevè pubblicati sul sito monvisopiemonte.com: Passeggiando nel Bosco, Nel regno dei pini cembri, Silenzio del bosco Alevè, Quando i larici si colorano di sole
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L’Ente di Gestione delle Aree protette del Monviso ricorda che l’attività escursionistica richiede abbigliamento e calzature adeguate alla stagione, alla tipologia di escursione e alla quota che si intende raggiungere. È inoltre sempre necessario verificare preventivamente le condizioni del luogo in cui si sviluppa l’escursione, con particolare riferimento a condizioni meteorologiche, stato del terreno, stabilità del manto nevoso e pericolo valanghe. Nelle aree naturali protette gestite dall’ente è inoltre in vigore un regolamento di fruizione: alcune buone norme di comportamento e il rimando al regolamento stesso sono pubblicati su www.parcomonviso.eu/visite/parco-naturale-del-monviso-istruzioni-per-l-uso.
L’ente non è in ogni caso responsabile per danni a persone, animali o cose derivanti dalla fruizione dei sentieri indicati e delle proprie aree in attività escursionistica, alpinistica e scialpinistica.

Ultimo aggiornamento: 11/01/2024 15:30