News del 15/09/2008

Scioglimento del permafrost e crolli in alta montagna

Riprendiamo dalla CIPRA questa notizia di interesse generale per tutto l’arco alpino.
Ricordiamo che quasi 20 anni fa (nella notte del 5 luglio 1989) dal Monviso si staccò buona parte del ghiacciaio Coolidge, fatto legato al fenomeno di riscaldamento che sta interessando un po’ tutte le montagne europee.
“A fine agosto nei pressi del Rifugio Vittorio Emanuele, a 2700 metri di quota, sul Gran Paradiso (Valle d’Aosta) si sono staccati oltre 2000 metri cubi di roccia che per fortuna non hanno arrecato danni né alle persone né al rifugio, sfiorato dai massi. Secondo gli esperti il crollo è dovuto, oltre alla conformazione della roccia, al progressivo scioglimento del permafrost (lo strato superficiale di roccia o suolo permanentemente gelato).
Su questo tema si stanno concentrando studi e programmi di ricerca: si è appena concluso il progetto ""PERMAdataROC"", finalizzato alla ricerca delle possibili corre-lazioni tra la degradazione del permafrost e l’aumento degli eventi di crollo in roccia nelle aree di alta quota. Capofila del progetto è stata la Fondazione Montagna Sicura (il sito www.fondazionemontagnasicura.org/multimedia/permadataroc/ offre interessanti informazioni – ndr)
Sta poi prendendo il via in questi giorni un progetto europeo per la creazione di una rete di rilevamento e monitoraggio del permafrost nelle Alpi. PermaNEt, questo il nome del progetto per il quale sono stati stanziati 3,3 milioni di Euro, sarà coordinato dall’Ufficio geologia della Provincia di Bolzano www.provincia.bz.it/usp/service/285.asp?redas=yes&aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=243535


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