
Aumentano i visitatori nei centri visita del Parco del Monviso
Nell’estate 2025 si sono registrati ottimi numeri per i centri visita del Parco del Monviso, con un incremento significativo delle presenze. Il Centro Visita Alevè di Casteldelfino ha registrato 5.186 presenze durante il periodo di apertura, dal 15 di luglio al 31 agosto, segnando una crescita del 9% rispetto alle 4.745 dello scorso anno. Ancora più marcato l’incremento al Centro del Pian del Re a Crissolo, che ha toccato quota 2.031 accessi con un balzo del 36% rispetto ai 1.489 visitatori del 2024. Un dato in crescita non soltanto in ragione del fatto che nel 2025 il centro visita è stato aperto al pubblico per cinque giorni in più (a luglio sabato e domenica, ad agosto tutti i giorni da sabato 2 a domenica 24, sabato 30, domenica 31, a settembre domenica 7): la media giornaliera dei visitatori è infatti salita di circa 10 unità rispetto al passato.
Il centro del Pian del Re continua in questo modo un trend positivo di crescita dei visitatori, che ha portato a raddoppiare i numeri degli anni precedenti alla pandemia da Covid-19, iniziato nel 2023 quando è diventata consuetudine allestire al suo interno esposizioni temporanee. Questa formula si è rivelata vincente, offrendo ai visitatori un motivo di interesse aggiuntivo oltre a quello di avere in loco informazioni turistico-escursionistiche e materiali utili per la migliore fruizione degli itinerari e del territorio, come carte topografiche e dépliant.
Per il centro visita di Casteldelfino, nel mese di agosto sono stati 3.794 i visitatori: il dato più alto degli ultimi dieci anni per questo periodo. Il risultato complessivo stagionale riporta la struttura ai numeri pre Covid-19, quando peraltro il periodo di apertura era più esteso e includeva anche giornate di giugno e settembre.
Durante l’estate 2025, i due centri hanno ospitato due belle mostre fotografiche. Con “Nel mondo fluttuante. Fotografie di 'Ghigo Delfiume' lungo il corso del Po” sono stati esposti, al Pian del Re, trenta scatti inediti che seguono il Grande Fiume dalle sorgenti del Monviso fino ai confini del Piemonte, nei pressi della confluenza con il Tanaro. Particolare significato ha avuto a Casteldelfino la mostra “A 10 anni dal concorso fotografico MonvisoUNESCO”, con immagini del 2015 riproposte dieci anni dopo per sottolineare la fase di revisione periodica decennale del riconoscimento di Riserva della Biosfera del Monviso, per celebrare il quale era stato organizzato il concorso fotografico richiamato nel titolo della mostra. Si tratta di un passaggio formale richiesto dall'UNESCO per mantenere la prestigiosa certificazione il cui esito positivo è stato comunicato in occasione del Congresso Mondiale delle Riserve della Biosfera UNESCO, che si è svolto a Hangzhou – capoluogo della provincia di Zhejiang, in Cina – da lunedì 22 a venerdì 26 settembre.
La crescita delle presenze nei centri visita del Parco del Monviso riflette un fenomeno più ampio che interessa l'intero arco alpino: la crescente fruizione della montagna da parte del pubblico, un trend che presenta luci e ombre per la gestione delle aree naturali protette. Da un lato, l’aumento dei visitatori rappresenta un segnale positivo poiché denota la crescita del numero di persone che apprezzano questi ambienti di particolare pregio, riconosciuti e tutelati dalla Regione Piemonte proprio per le loro caratteristiche uniche dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Dall’altro, un maggior afflusso in montagna comporta una presenza di escursionisti meno avvezzi a questi ambienti, che devono essere approcciati con la giusta attrezzatura: non sempre questo avviene, con conseguenze che vanno dalla maggiore esposizione ai rischi alla necessità di interventi di soccorso più frequenti.
Inoltre, in determinate giornate della stagione, la pressione antropica raggiunge livelli che potrebbero diventare difficilmente sostenibili in caso di ulteriore crescita, ponendo sfide importanti per la conservazione degli ecosistemi montani, già messi a dura prova dai cambiamenti climatici in atto. La gestione equilibrata di questo fenomeno rappresenta quindi una delle priorità per gli enti di gestione delle aree protette, chiamati a coniugare la promozione e la conoscenza del territorio con la sua tutela a lungo termine.