Cespugli e alberi spogli a Villafranca (ma non è grave)
È il risultato dell’azione di un insetto, la tignola, o ragna (Yponomeuta spp.), un defogliatore poco dannoso, ma spettacolare che spoglia letteralmente le piante delle proprie foglie.
Il genere Yponomeuta comprende piccole farfalline le cui specie sono ampiamente diffuse
in Europa, Africa del Nord, Asia e America settentrionale. In Italia rivestono interesse agro-
forestale la tignola o ragna dell’evonimo, quella del melo, del susino e dei salici. Gli adulti
hanno abitudini notturne. Questi insetti hanno dimensioni variabili secondo la specie dai 7
ai 22 millimetri di lunghezza e allo stadio larvale hanno abitudini gregarie e si nutrono di
foglie, gemme, fiori. Le uova sono deposte in luglio-agosto e riunite in una massa
chiamata oviplacca sui rami delle piante ospiti.
Le tignole sono facilmente identificabili per la singolare posizione di riposo: le ali, frangiate
ai bordi, rimangono aderenti al corpo con le zampe posteriori molto aderenti all’addome.
Molto più complessa è la determinazione morfologica a livello di specie, tanto che per il
riconoscimento normalmente si fa riferimento alle abitudini alimentari. Si tratta di un
gruppo di defogliatori non particolarmente dannoso: la specie che causa danni più gravi è
Yponomeuta malinella che attacca alberi da frutto, in particolar modo meli, peri e susini.
Le tignole compiono una sola generazione all’anno: le larve, una volta raggiunta la maturità verso la fine di maggio o i primi di giugno, si concentrano all'interno di tele sericee e si avvolgono in bozzoli biancastri affiancati parallelamente e sospesi tra le fronde spoglie o tra la vegetazione erbacea sottostante: gli adulti sfarfallano in giugno-luglio. Circa 15-30 giorni dopo si ha l’accoppiamento e la deposizione di 25-50 uova deposte in oviplacche. Le larve, che nascono dopo una quindicina di giorni, restano nell’oviplacche fino alla primavera successiva.
L’attacco delle tignole, benché appariscente, generalmente non costituisce un problema
tale da giustificare interventi specifici. Esistono comunque metodi di lotta basati
sull’impiego di prodotti chimici specifici utilizzabili unicamente in caso di alberi da giardino
singoli programmati secondo l’intensità dell’infestazione. Il Bacillus thuringiensis var. kurstaki o altri insetticidi chimici sono utilizzabili durante la seconda età larvale. Trattandosi di specie autoctone, le infestazioni si ridimensionano naturalmente anche grazie all’intervento di altri insetti antagonisti predatori di uova, larve e crisalidi come i Miridi (Emitteri, Rincoti); distruttori di oviplacche come le forbicine (Dermatteri, Forficulidi) e parassitoidi come alcune specie di Imenotteri e Ditteri.
(cfr. Della Beffa – Rastelli)
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