due lamprede poste su un metro per misurarne la lunghezza

Un nuovo studio caratterizza l’habitat della lampreda padana

Per alcuni si tratta di un verme, per altri di una piccola anguilla: in realtà è una specie unica, uno dei pochissimi rappresentanti di un antico gruppo di organismi, gli Agnati, animali caratterizzati dal non possedere una vera e propria bocca, per cui mancano mascella e mandibola.

Stiamo parlando della Lampreda padana (Lampetra zanandreai, Vladykov 1955), un organismo tanto interessante quanto poco o addirittura erroneamente conosciuto. È endemica del bacino del Po e vede nel territorio del Parco del Monviso una delle sue ultime aree di rifugio. I pochi studi dedicati a questa specie ne avevano sinora esplorato la morfologia, la genetica e la classificazione.

Adesso, anche grazie all’interessamento del Parco del Monviso, è uscita una ricerca che ne esplora le necessità ambientali: ricercatori dell’Università di Torino e del Politecnico di Torino, tra cui alcuni membri del gruppo di ricerca attivo ad Alpstream - Centro per lo studio dei fiumi alpini, hanno determinato per la prima volta perché troviamo le lamprede in alcuni tratti e in altri no, in base al tipo di substrato, alla quantità di sostanza organica, alla velocità della corrente, all’altezza dell’acqua. Sapere dove riescono a sopravvivere le lamprede è il primo passo per proteggerle.

Lo studio è uscito sul The European Zoological Journal: in precedenza noto come Italian Journal of Zoology, pubblica ricerche su biologia di base, comparativa e applicata dei protozoi e degli animali. La rivista è a libero accesso ed è pubblicata dal Taylor & Francis Group per conto della Società Italiana di Zoologia (Unione Zoologica Italiana).

L’articolo è pubblicato a questo indirizzo; pubblichiamo qui di seguito il suo abstract (riassunto) tradotto in italiano.

Lampetra zanandreai (Vladykov, 1955) è una lampreda d'acqua dolce non parassitaria endemica dell'antico bacino del Po. Alcuni studi, per lo più datati, hanno investigato alcuni aspetti della biologia di questa lampreda, ma sorprendentemente, nonostante sia considerata una specie minacciata, le informazioni sulla sua ecologia sono praticamente assenti. In particolare, le informazioni sulle preferenze dell'habitat sono generiche. Poiché la maggior parte del ciclo di vita viene trascorsa nello stadio larvale fossorio, che è anche l'unico in cui gli organismi si nutrono, le informazioni sui requisiti ecologici degli ammoceti sono essenziali per qualsiasi strategia di conservazione. In questo studio forniamo i primi dati sulle preferenze dell'habitat fisico degli ammoceti di lampreda analizzando la loro presenza nelle unità idro-morfologiche campionate (HMU), seguendo l'approccio della descrizione degli attributi dell'habitat della metodologia MesoHABSIM (Modello di Simulazione dell'Habitat Meso). Per esplorare la relazione tra la presenza della lampreda e le caratteristiche dell'HMU è stato sviluppato e testato un modello “random forest” (RF) utilizzando dati raccolti in cinque tratti di fiume del bacino del Po. Il modello RF finale ha ottenuto buoni risultati in termini di accuratezza statistica, consentendoci di identificare gli attributi di mesoambiente più significativi per la specie considerata. Inoltre, nel fiume Ghiandone, dove è stata riscontrata la più alta densità e numero di individui, è stata effettuata un'analisi granulometrica del materiale del letto del fiume. I risultati hanno mostrato che determinate varietà di sabbia e ghiaia fine, con basso contenuto organico, sono preferite dagli ammoceti. A nostra conoscenza, questo è il primo studio che esplora le preferenze dell'habitat di questa specie minacciata, elencata nell'Allegato II della Direttiva Habitat dell’Unione europea.

Ultimo aggiornamento: 20/01/2024 12:12