un esemplare di Salamandra Lanzai su una roccia

Futuro nero per la salamandra di Lanza

La Società Erpetologica Britannica ha recentemente pubblicato un articolo che riguarda una specie simbolo del Monviso: la Salamandra di Lanza.

Le osservazioni di questo anfibio, frutto di anni di monitoraggio, sono state messe in relazione con dati climatici, vegetazionali e geografici. Questi ultimi oggi, grazie alle tecnologie satellitari, sono disponibili con un dettaglio al suolo di poche decine di metri e, applicando alcuni modelli matematici, è stato possibile calcolare la superficie di territorio idoneo per la Salamandra di Lanza e prevedere come questo varierà a causa dei cambiamenti climatici.

Il titolo dell’articolo, “Dark future for a black salamander: effects of climate change and conservation implications for an endemic alpine amphibian”, purtroppo rivela che questa specie andrà incontro a serie minacce nei prossimi anni, a causa dell’aumento delle temperature. Un problema, questo, comune a molte specie che si sono adattate alla vita in ambiente alpino.

Già dal 2040 i modelli statistici prevedono, infatti, forti riduzioni dell’habitat idoneo alla vita della Salamandra di Lanza, con contrazioni che, a seconda dei modelli utilizzati, possono superare il 90% dell’attuale superficie nel 2100. Un fattore che dovrà essere preso in considerazione per la tutela di questa specie.

L’immagine che segue, tratta dall’articolo pubblicato dalla società scientifica Britannica, rappresenta, in alto, la superficie attuale di habitat idoneo alla vita della Salamandra di Lanza (a) con l’indicazione del grado di adeguatezza (scala cromatica in blu). Le due immagini in basso, rappresentano invece, come, nella medesima porzione di territorio, l’idoneità dell’habitat della Salamandra di Lanza cambierà nel periodo 2040-2060 (b) e 2080-2100 (c).

mappa che riporta tre elaborazioni grafiche del territorio in cui è diffusa la salamandra di Lanza. Nelle tre elaborazioni, il colore rappresenta la diffusione attuale e quella prevista in futuro: il colore è sempre più tenue nei modelli che prevedono l'andamento futuro.

Questo lavoro, svolto nell’ambito del progetto ALCOTRA 2014–2020 PITEM Biodiv'Alp, è stato coordinato da Davide Giuliano dell’Ente di Gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie. Per realizzarlo sono stati utilizzati anche i dati raccolti nel Parco del Monviso e fra gli autori dell’articolo risultano, fra gli altri, i colleghi francesi della Riserva Nazionale di Ristolas Mont-Viso, con cui è in atto una pluriennale collaborazione, e i tecnici dell’Ente di Gestione delle Aree protette del Monviso Anna Gaggino e Marco Rastelli.

La British Herpetological Society è una delle più antiche e prestigiose società del suo genere al mondo. Fondata nel 1947 dai principali erpetologi britannici, gode dello status nazionale di organizzazione scientifica.

L’Herpetological Journal della British Herpetological Society è classificato come una delle principali pubblicazioni scientifiche dedicate all'erpetologia. La Società sostiene attivamente la conservazione, la ricerca, l'istruzione e l'allevamento responsabile in cattività.

Copertina Herpetological Journal gennaio 2024: sfondo blu, in un tondo centrale si riconosce una tartaruga

L’articolo è scaricabile, a pagamento, da questo indirizzo, dove si trova anche il suo abstract (riassunto), che pubblichiamo qui di seguito tradotto in italiano. Ulteriori testi sono disponibili per il download da qui.

Il cambiamento climatico sta minacciando diverse specie di montagna in tutto il mondo, tra cui un gran numero di specie endemiche, richiedendo lo sviluppo di strategie di conservazione lungimiranti per favorire la loro sopravvivenza futura. In questo contesto, i Modelli di Distribuzione delle Specie (SDM) rappresentano un metodo utile per prevedere i cambiamenti nella idoneità dell’habitat delle specie in diverse situazioni di riscaldamento globale, spesso descrivendone lo stato di conservazione con informazioni affidabili e ripetibili. In questo articolo, stimiamo l’idoneità ambientale e bioclimatica per una specie di anfibio (Salamandra lanzai) endemica delle Alpi occidentali attraverso un approccio SDM, considerando sia scenari attuali che futuri, utili per programmare azioni di gestione e conservazione a breve e lungo termine, e per aggiornare la valutazione attuale del rischio di estinzione IUCN. Il modello prevede un drammatico declino dell’area climaticamente adatta per la salamandra di Lanza nei prossimi 20-40 anni, anche considerando uno scenario ottimistico delle emissioni di CO2, portando a una teorica estinzione di questa specie nel 2100 nel caso in cui si verifichi la peggiore previsione di riscaldamento globale. Questo sottolinea l’urgente necessità di strategie di conservazione e gestione aggiornate per garantire la mitigazione efficace degli effetti del cambiamento climatico sulla salamandra di Lanza, specialmente adattando e migliorando la rete di aree protette, rimuovendo immediatamente minacce aggiuntive e identificando possibili azioni di gestione in grado di aumentare l’idoneità dell’habitat su piccola scala e la connettività tra le popolazioni. Inoltre, una significativa contrazione dell’areale in futuro deve essere considerata quando si valuta il rischio di estinzione per questa specie, in quanto può esacerbare l’effetto di altri fattori di minaccia, come la diffusione di agenti patogeni letali.

Ultimo aggiornamento: 10/01/2024 16:25