cinque giovani ricercatori universitari stanno conducendo un esperimento, versando da dei secchielli rossi del sedimento sabbioso in canalette che simulano il corso di un fiume. È estate e intorno la vegetazione è verde, si intravede il cielo azzurro sullo sfondo della fotografia.

Tre neolaureati dell’Università del Piemonte Orientale raccontano il lavoro svolto presso il Centro Alpstream Ostana per realizzare la loro tesi

Serena Masserano, Paola Rossi e Matteo Sassone, giovani neolaureati dell’Università del Piemonte Orientale, hanno studiato la siltation, ovvero il deposito di materiali fini causata sia da eventi naturali come incendi, frane ed esondazioni, sia da attività antropiche, indagando come questo possa impattare sulla comunità di invertebrati e quindi incidere sulla qualità dei nostri fiumi. Il lavoro svolto, che viene descritto in questo articolo, è confluito nelle loro tesi di laurea.

La siltation consiste nell’accumulo di sedimento fine in alveo che modifica sia la torbidità dell’acqua sia la composizione granulometrica del substrato all’interno del quale vive la maggior parte dei macroinvertebrati bentonici (organismi invertebrati con dimensione, alla fine dello sviluppo larvale o dello stadio immaginale, superiore o uguale a 1mm). La siltation è causata sia da eventi naturali come incendi, frane ed esondazioni, sia da attività antropiche come l’attività mineraria, la costruzione di strade, l’agricoltura e la gestione dei sedimenti degli invasi.

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Ultimo aggiornamento: 18/10/2024 10:19