Gioielli volanti a Staffarda
“Le libellule sono insetti dal tipo ben caratterizzato. Hanno forme eleganti e movimenti graziosissimi. Sono sempre piuttosto grosse. Parecchie hanno colori metallici e vivaci, che non cedono in bellezza a quelli delle farfalle. Le loro ali delicatissime, sempre lisce e brillanti, presentano tinte svariate; talora sono al tutto trasparenti e con riflessi iridescenti graziosissimi”.
Gli insetti 1894 L. Figuier scrittore e divulgatore scientifico.
Benchè abituata a osservare la natura non avevo mai visto una libellula da vicino e mai avevo potuto cogliere la bellezza e la perfezione di questi “gioielli volanti” osservandoli all’ingranditore.
Devo ringraziare Massimo Pettavino, studioso ed esperto nella classificazione delle libellule, per avermi illustrato le caratteristiche distintive e le curiosità di ogni specie incontrata durante un sopralluogo dell’area umida, realizzata recentemente dal Parco, nei pressi del bosco di Staffarda.
Mentre L’esperto mi spiega, riaffiora alla mente quanto studiato sui libri di entomologia: le libellule sono il frutto di una metamorfosi incredibile che le vede trasformarsi da larve di un colore indefinito a esserini dalle tinte metalliche iridescenti da fare invidia a qualunque industria automobilistica e che, a un certo punto della loro esistenza, sgusciano da una fessura minuscola della loro pelle rigida dal dorso, lasciandosi alle spalle come un vestito vecchio (esuvia) la loro vita precedente.
Questi animali, che gli inglesi chiamano nella loro lingua non a caso, dragonfly (draghi volanti) avendo ali indipendenti, sono in grado di compiere acrobazie e manovre riuscendo a catturare e divorare in volo gli insetti di cui si nutrono, non risparmiando nemmeno i loro simili.
L’accoppiamento non perde in stile ed eleganza: lo scambio del patrimonio genetico prevede una posizione rovesciata quasi a formare il disegno di un cuore a cui segue un “volo a tandem” (il maschio trattiene la femmina cingendola per il collo) che precede la deposizione delle uova deposte perlopiù in acqua o sulla vegetazione circostante. Le ho viste deporre sotto i miei occhi compiendo balzelli ritmici e ripetuti sfiorando senza sosta l’acqua per diversi minuti.
Nell’arco della giornata abbiamo osservato nella sola località di Staffarda una quindicina di specie diverse, la prova che l’area realizzata dal Parco del Po Cuneese lo scorso anno con finanziamento fondi PSR 2007-2013 misura 3.2.3, è già stata colonizzata non solo da anfibi, cosa per la quale era nato il progetto, ma anche da tutto ciò che nell’acqua e dell’acqua vive.
(Guardiaparco Annalisa Rebecchi, immagini Renzo Ribetto – sopra a sx. Damigella maschio, a dx Damigella femmina, sotto Crocothemis erythraea – maschio)
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