Novità: dove fare il pieno di metano per l’auto? Anche in cascina, ma con il biometano!
Di Fabio Santo
Domanda ricorrente quella degli automobilisti che guidano veicoli alimentati a metano, considerata la scarsità di distributori destinati a questo carburante sul territorio italiano. Questo nonostante il 77% dei veicoli a gas naturale che circolano in Europa siano italiani e italiani siano il 5% dei veicoli che circolano nel mondo: in pratica in Italia circa 600.000 tra auto e veicoli commerciali utilizzano questo carburante in grado di produrre ridotte emissioni inquinanti. Un‘auto a metano non produce polveri sottili ed emette meno CO2 rispetto ai carburanti tradizionali.
L'Unione Europea ha inserito il metano tra i principali sostituti dei prodotti petroliferi da qui al 2020. Per il metano è prevista una quota percentuale di mercato del 10% quota che da oggi potrà essere raggiunta anche grazie al contributo del biometano, ovvero quello prodotto dalla digestione anaerobica di prodotti (in percentuale massima del 30% e non incentivati) ma soprattutto sottoprodotti di origine agricola nonché dalle alghe e della frazione organica del rifiuto.
Grazie all’approvazione del Dm Sviluppo Economico 5 dicembre 2013, il biometano potrà essere distribuito presso impianti di distribuzione collocati anche nelle aziende agricole, dove l’automobilista potrà recarsi per effettuare il rifornimento alla propria vettura. Una possibilità interessante per gli automobilisti che vivono in zone rurali poco servite dalla rete di distribuzione del metano, come ad esempio accade nella Provincia di Cuneo, dove i distributori di metano si contano sulle dita delle mani.
Un’occasione interessante anche per le aziende agricole che decidono di reinvestire sul riutilizzo dei sottoprodotti di origine agricola che non possono essere usati per altri scopi: l’incentivo economico previsto per 20 anni infatti riguarda principalmente il biometano derivante da sottoprodotti, con un occhio di riguardo per gli impianti più piccoli e più alla portata delle imprese agrozootecniche, affinchè tale utilizzo non entri in concorrenza con le produzioni a fini alimentari.
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