News del 17/08/2017

Pagine botaniche dal taccuino del Guardiaparco

Aquilegia alpina: “guant 'ed la Madona”. Il fiore dai controversi significati

Cercando su internet un’immagine di Aquilegia alpina da confrontare con alcune foto scattate giorni fa in Valle Varaita, ho trovato molte informazioni legate all’etimologia di questo fiore e ho appreso che durante il medioevo è stato rappresentato in quadri divenuti in seguito famosi. Pur conoscendo i dipinti, non avevo colto le possibili interpretazioni derivate dai significati del linguaggio dei fiori. Condivido quanto imparato, riassumendo caratteristiche botaniche, etimologia, curiosità e riportando i commenti dei critici d’arte che accompagnano la rassegna delle opere di seguito selezionate.

Protetta a livello nazionale la specie è inserita nell’Allegato IV della Direttiva Habitat.
L’Aquilegia alpina (Colombina, Amor perfetto, Amor nascosto, Aquilina, Aquilatina, Cornetta, Campanella, Scarpetta, Guanto di pastorella, Guanto della Madonna) è spontanea in Italia; presente sulle Alpi piemontesi e negli Appennini, si trova localizzata in piccole stazioni anche nel Parco del Monviso.
Appartiene alla grande famiglia delle Ranunculaceae ed ha un fiore piuttosto insolito, non distinto in calice e corolla; i petali e i sepali sono così sostituiti da un unico “pezzo” detto “tepalo” riuniti in numero di 5, vistosi, di colore azzurro e di forma lanceolata. Oltre i tepali ci sono 5 nettari interni, anch’essi piuttosto grandi, a forma di “cappuccio prolungato”, che terminano in uno sperone ricurvo.

Il fogliame è leggero e finemente diviso, i frutti sono follicoli (capsule secche) deiscenti (si aprono a maturità), lunghi 20-25 mm, contenenti i semi.
Cresce in zone esposte a Nord, solitaria o al massimo in gruppetti da 2/3 piante a quote elevate. Predilige prati e prati-pascoli, preferibilmente su substrato calcareo, ad altitudini comprese tra i 1400 e i 2500 m s.l.m con fioritura da giugno ad agosto. La pianta è entomofila: attira gli insetti grazie ai vistosi nettari azzurri
La tossicità di questa pianta è davvero molto alta, poiché il suo contenuto di glicosidi cardioattivi è elevato. Queste sostanze agiscono principalmente sul cuore cambiandone il ritmo, creando dolore e difficoltà respiratorie. Per questa ragione, si riteneva che la pianta incidesse sull’emotività e potesse influenzare i legami amorosi con rimedi preparati da sapienti streghe.
Nel nostro paese questo fiore rievoca una leggenda longobarda di una tormentata storia d’amore fatta di tradimenti e infelicità (Teodagne e Rutibando). Infatti secondo la tradizione popolare medioevale e il linguaggio dei fiori, l’Aquilegia è legata alla sfera dell’amore con connotazione negativa, simbolo di lussuria, ipocrisia, capriccio ed esibizionismo.
L’origine del nome di questa pianta è piuttosto incerta: secondo alcuni il temine deriva da aquila, perché i petali somigliano al becco e agli artigli del grande rapace che frequenta gli stessi ambienti di alta quota, secondo altri il nome Aquilegia proviene dal termine latino aquilĕgus, cioè che raccoglie (legere) l'acqua (aqua) perché foglie e petali trattengono la pioggia. Un’altra corrente di pensiero vuole che i fiori somiglino a delle colombe (Columbine), di qui l’associazione con lo Spirito Santo, rinforzata da foglie trilobe che evocano la Trinità. La presenza di sei fiori per stelo richiamerebbe poi i doni dello Spirito Santo (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, conoscenza, timor di Dio).
Dal nome francese ancolie, simile a melanconie (melanconia), deriva invece l’associazione col dolore della Vergine e sarebbe quindi all’origine della sua presenza in alcuni dipinti tra medioevo e rinascimento.


Ritratto di Principessa, museo del Louvre di Parigi attribuito al Pisanello (1435-1449), lo sfondo è ricco di farfalle, garofani e aquilegia. Oggi si è quasi certi che la fanciulla rappresentata sia Ginevra D’Este che fu data in sposa giovanissima a Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, la quale morì giovanissima, probabilmente avvelenata dal marito che si era invaghito di un’altra donna. L'aquilegia in questo quadro è stata forse disegnata per indicare la profonda tristezza e malinconia che appare nel volto della fanciulla.

Madonna del roseto, Bernardino Luini , conservato nella Pinacoteca di Brera (Milano) dove è rappresentato il bambino che tiene tra le mani il gambo di una aquilegia cresciuta in un vaso di marmo bianco a forma di uovo. Secondo Mirella Levi D'Ancona, grande critica d'arte e studiosa della simbologia delle piante nella pittura italiana del Rinascimento, questa pianta nel dipinto rappresenterebbe lo Spirito Santo (solitamente rappresentato con una colomba).


La pianta è anche presente nell'Adorazione dei Magi (1476-1478) di Hugo Van der Goes che si trova Galleria degli Uffizi a Firenze dove è raffigurato un vaso che contiene un mazzo di aquilegia.
Si è discusso molto sul significato che l'aquilegia possa avere in questo dipinto che rappresenta il momento della nascita del Cristo quindi un momento di grande gioia. Diversi studiosi pensano che questa pianta sia stato messa come monito per preannunciare la futura morte del Cristo e la sua sofferenza, per ritornare al suo significato di tristezza ed amarezza.


Un'altra corrente di pensiero vuole dare a questo fiore un significato di ""amor perfetto"", vale a dire del fiore del perfetto amore, e questo forse grazie a Leonardo da Vinci che nel suo ""Bacco"" - 1510 -1515, conservato al Museo del Louvre di Parigi, sotto il piede sinistro dipinge un ramo di aquilegia che rappresenterebbe il simbolo dell’unione tra la natura umana e quella divina, quindi una unione intesa sia in senso divino che materiale.
Così come il dio pagano Bacco è rappresentato come un personaggio androgino (con evidenti tratti sia maschili che femminili), la pianta di aquilegia del quadro serve ancora di più a rafforzare l'unione cosmica, ma anche fisica, tra il maschio e la femmina: l'amore perfetto appunto. Per questo la pianta viene anche chiamata amor perfetto e le si attribuisce un significato androgino.
Note: commento alle opere fonte internet Elicriso – il linguaggio dei fiori-


NOTA SULLA PUBBLICAZIONE. Questa news è pubblicata a scopo di archivio, le informazioni riportate sono da considerarsi obsolete. Il testo potrebbe far riferimento ad immagini o allegati al momento non disponibili.