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Una borsa di studio per gestire le attività del Centro Alpstream di Ostana

Il dipartimento Disit dell’Università del Piemonte Orientale, a cura del prof. Stefano Fenoglio che da tempo collabora con il Parco del Monviso, ha attivato una borsa per gestire l'attività di Alpstream e svolgere ricerche.
La borsa, dell'importo di 10.000 euro, è finanziata per metà della somma dal Parco e per l'altra metà dalla Fondazione CRC. È partita dal 1 novembre e durerà fino al 30 aprile 2020.
A seguito di selezione, è risultato affidatario dell’incarico il dott. Alberto Doretto di Settimo Torinese: Doretto, classe 1989, ha conseguito la laurea triennale in Scienze Naturali e la laurea magistrale in Biologia dell’Ambiente presso l’Università di Torino, presso la quale a marzo di quest’anno ha inoltre conseguito il dottorato.
Il borsista si occuperà anche per la gestione "pratica" del Centro e sarà il referente per i contatti con le numerose realtà accademiche italiane ed estere che hanno mostrato interesse per Alpstream.

«L’attivazione della borsa di studio – sottolinea il Presidente del Parco del Monviso, Gianfranco Marengo – è un ulteriore tassello nello sviluppo del Centro per lo Studio dei Fiumi Alpini /Alpstream, una delle attività di punta realizzate dal Parco in collaborazione con il mondo universitario piemontese. Avere un ricercatore e divulgatore universitario per i prossimi mesi permetterà di concretizzare i numerosi contatti intercorsi in questi mesi con Università e ricercatori di Europa e Nord America. Questo conferma l’importanza del Centro come punto di riferimento per la ricerca scientifica e come mezzo per la diffusione, anche tra i cittadini, dell’importanza dei fiumi per l’equilibrio del territorio.»

In relazione a questo interesse, segnaliamo che è appena stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Hydrobiologia un lavoro realizzato in alta valle Po da ricercatori del Centro e colleghi della Michigan State University.
Per la prima volta è stato esplorato il ruolo delle associazioni tra batteri ed insetti nel consumo delle risorse alimentari presenti nei fiumi alpini, con uno studio altamente innovativo basato sul sequenziamento genetico di materiale prelevato ad Ostana e Crissolo. Capire come l’energia e la materia organica vengono assimilate nelle catene alimentari dei fiumi ha, oltre che un grande interesse scientifico, una notevole importanza nell’ambito della comprensione delle capacità auto-depurative dei sistemi fluviali.
L’articolo è: Receveur J,. Fenoglio S., Benbow M.E., 2019,. Insect-associated bacterial communities in an alpine stream. HYDROBIOLOGIA. L’abstract dell’articolo è consultabile a questo indirizzo: https://doi.org/10.1007/s10750-019-04097-w

Per saperne di più
ALPSTREAM si propone come punto di riferimento per lo studio e la tutela dei sistemi fluviali delle Alpi.
Essi costituiscono un patrimonio unico, irripetibile e indispensabile ma anche estremamente fragile, che si regge su un delicato equilibrio di processi biotici e abiotici, molti dei quali messi a rischio dai cambiamenti climatici in atto e dall’impatto delle attività umane.
Il centro è nato grazie a un progetto presentato dal Parco del Monviso, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Programma Interreg Alcotra 2014-2020, nel Progetto semplice n.4083 EcO del Piter Terres Monviso. Nel progetto è stata finanziata la costruzione di una struttura scientifica ad hoc dedicata allo studio dei fiumi alpini. Il centro è stato progettato grazie alla collaborazione del Parco con i tre atenei del Piemonte, all’interno dei quali sono presenti gruppi di ricerca che da anni studiano i fiumi sotto diversi aspetti.
Il centro si trova nel comune di Ostana, in Alta Valle Po, non lontano da dove nasce il fiume più importante d’Italia. Ostana ha avuto il riconoscimento “Borghi più belli d’Italia” e ha ricevuto nel 2017 il premio Cresco per la sostenibilità dei comuni. La struttura che ospita il centro è frutto di un sapiente recupero dell’architettura tipica del luogo e comprende laboratori, aule, sala convegni, foresteria. Prevede inoltre la realizzazione entro il 2021 di unità sperimentali sul fiume Po per le ricerche di ecologia e idraulica fluviale.
Una delle principali finalità del Centro è divenire una stazione sperimentale di ricerca di alto livello scientifico fortemente radicata sul territorio ma, al contempo, caratterizzata da un respiro internazionale e inserita in una rete di strutture di ricerca su ambienti lotici e montani. Le tre Università costituenti (UPO, UNITO e POLITO) utilizzano le strutture del centro per studi, progetti e tesi di laurea e di dottorato. Le stesse strutture sono disponibili per i ricercatori di altri atenei italiani ed esteri. Il Centro promuove attività di ricerca sia applicata che di base. Tra le prime ricordiamo ad esempio l’analisi dell’impatto del cambiamento climatico (e in particolare della siccità) sulla capacità autodepurativa dei fiumi, cioè sulla loro funzione di aiuto nello smaltimento dei reflui organici derivanti dall’attività dell’uomo, oppure lo studio dei metodi che permettono di minimizzare l’impatto legato agli svasi delle grandi dighe alpine. Tra le seconde annoveriamo ad esempio lo studio della dinamica dei nutrienti in ambiente montano, l’analisi della biodiversità e dei processi erosivideposizionali.

Ultimo aggiornamento: 13/11/2019 09:22