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L'invasione delle cimici

In questi giorni è “finalmente” giunto uno degli appuntamenti meno attesi del mese di ottobre: l’immancabile invasione delle cimici.
Il fenomeno è maggiormente diffuso nelle zone urbanizzate di campagna, ma anche le grandi città non sono immuni dall’inarrestabile avanzata di questi insetti.
Ma cosa sono le cimici e perché si comportano in questo modo? Cosa cercano da noi? Sono pericolose per la nostra salute e quali danni arrecano all’agricoltura? Questi sono alcuni esempi dei numerosi quesiti che affollano la rete e le testate giornalistiche in questo periodo. Proviamo quindi a rispondere anche noi, cogliendo come sempre l’occasione per raccontare alcune curiosità inaspettate sulle abitudini di vita di questi animali in realtà poco noti alla maggioranza dei non addetti ai lavori e per proporre alcune considerazioni di carattere generale sullo stato di salute dei nostri ecosistemi.


Fig 1 - Un individuo di cimice verde – Nerzara viridula

COSA SONO LE CIMICI?
Il termine “cimice” viene utilizzato per indicare un insieme di insetti appartenenti ai Rincoti (1) Eterotteri (Ordine Rhinconta, sottordine Hetereoptera), tra i quali si annoverano sia la cimice in senso stretto (nota anche come “cimice dei letti”), parassita dell’uomo e ematofaga (2), sia numerosi eterotteri dalla dieta in prevalenza erbivora (3). Le cimici che invadono le nostre città in questi giorni, sono questo ultimo genere di insetti. Si tratta di organismi strettamente legati alle aree verdi, sia naturali che agricole e che traggono le loro risorse alimentari da una grande varietà di piante ospiti, sia spontanee che coltivate. Per tali ragioni, sono spesso causa di danni alle colture, talvolta anche gravi e proliferano ovviamente nei contesti agricoli con ampie distese monocolturali come i frutteti, i campi di mais e soia e le colture orticole.

Fig. 2 - da sinistra: Graphosoma italicum – specie legata ad ambienti naturali ben esposti al sole – non invasiva di coltivi e case
Nezara viridula – cimice verde – specie infestante delle colture
Coreus marginatus – una specie molto comune in natura e non invasiva di coltivi e case

QUALI SPECIE INVADONO LE NOSTRE CASE?
Tra le specie più comuni che possono ronzare fastidiosamente nelle nostre case troviamo la cosiddetta “cimice verde” e la “cimice asiatica”, quest’ultima di recente comparsa nelle nostre regioni, è originaria dell’area compresa fra Cina, Giappone e Taiwan. Si è dapprima ampiamente diffusa negli Stati Uniti sul finire del XX secolo, dove è diventata una delle principali avversità delle colture frutticole. La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 2012 (in provincia di Modena) ed ha conosciuto da allora una grande e veloce espansione. La sua diffusione a livello globale sembra sia stata favorita dal continuo transito dei carghi commerciali che trasportano merci da regioni del mondo molto lontane fra loro (4). Le cimici, molto probamente hanno goduto di un viaggio intercontinentale gratis infilandosi all’interno di imballaggi delle merci o dei bagagli di ignari viaggiatori.

Fig. 3 - Un individuo di cimice asiatica - Halyomorpha halys

Con il termine “cimice verde” ci riferiamo invece a due specie: Palomena prasina e Nezara viridula.
La prima è una cimice polifaga (si nutre di molte piante diverse) ma in presenza delle colture di nocciolo può causare gravi danni economici al raccolto. È una delle cause principali del cosiddetto “cimiciato delle nocciole”, un’avversità particolarmente infida che, pur consentendo uno sviluppo normale del guscio della nocciola, traumatizza pesantemente il seme portandolo alla completa atrofia. Palomena prasina è una specie tipicamente europea, con una lunghezza media di 15 mm e che presenta una variabilità cromatica che passa dal verde chiaro al marrone negli individui più anziani. Nezara viridula è assai simile alla precedente da cui differisce però per la presenza di callosità biancastre alla base dello scutello che invece non sono presenti in Palomena prasina. Anche questa cimice presenta colorazioni molto variabili, dal verde brillante al marrone scuro ed anche le loro dimensioni sono comparabili.

Fig. 4 - Nezara viridula in fase scura – le tre callosità biancastre alla base dello scutello (assenti in Palomena prasina)

N. viridula è una specie cosmopolita (presente in svariate regioni del globo) e la cui origine non è ancora del tutto chiara, si presume tuttavia che si sia diffusa da regioni tropicali (probabile area Etiope). Anche questa specie è annoverata tra gli insetti più nocivi per molte colture frutticole, cerealicole e per gli orti. Sebbene il nome sia “cimice verde” attenzione: la specie ha una variabilità cromatica molto elevata e, come vedete nell’immagini qui riprodotte, esistono individui marroni ed altri con disegni variabili.

Fig. 5 – una variante cromatica della cimice verde (Nezara viridula)

COSA CERCANO NELLE NOSTRE CASE?
Le cimici si affollano attorno alle nostre case in questo periodo dell’anno, alla ricerca di luoghi riparati dove trascorrere l’inverno. Sono attratti dalle temperature più miti degli edifici e i numerosi anfratti che essi offrono (serramenti, zanzariere, tende, ecc.) rappresentano per loro un ottimo rifugio stagionale. Entrare all’interno dell’edificio poi, sembra rappresentare un’avventura da brividi da non perdere oltre che scovare un rifugio mite e apparentemente sicuro.
In quest’ottica quindi, le cimici non rappresentano un rischio per la nostra salute, ma possono diventare particolarmente fastidiose qualora il loro numero diventi elevato. La ben nota capacità di emettere odori sgradevoli se minacciate, o peggio ancora se schiacciate, rappresenta un ulteriore fattore di disturbo per l’uomo.

PERCHE’ SONO COSÌ NUMEROSE?
Queste specie di cimici sono particolarmente numerose soprattutto nei contesti agricoli per l’elevata disponibilità alimentare che essi offrono. Ad aggravare la situazione, si aggiunge la scarsa presenza di predatori e parassitoidi (5) tipica situazione dei contesti agricoli intesivi e monocolturali. Nel caso della cimice asiatica la situazione è ancora più grave: trattandosi di un organismo nuovo per l’ambiente italiano, non incontra le avversità con le quali si deve confrontare nei paesi di origine, dove la popolazione è assai meno numerosa poiché controllata da svariati organismi competitori e predatori tra cui spicca la “vespa samurai” (Trissolcus japonicus), un imenottero parassitoide che depone le proprie uova all’interno di quelle della cimice asiatica. La larva della vespa cresce cibandosi delle uova di cimice riducendo fortemente il numero di cimici che saranno presenti in natura. La presenza di questo organismo antagonista in natura, si rivela un vero toccasana per gli ecosistemi asiatici ed è frutto di lunghi e complessi rapporti evolutivi instauratisi nel corso del tempo in quei contesti.


Fig. 6- Femmina di Palomena prasina nella deposizione delle uova

Le cimici sono inoltre estremamente prolifiche: depongono centinaia di uova sulla pagina inferiore dei vegetali (facilmente identificabili per la disposizione geometrica). Nella cimice asiatica le femmine possono arrivare a depositare fino a 500 uova per stagione, valore ben superiore alle specie nostrane.


Fig.7 - Schiusa di uova di cimice asiatica con neanidi (6)

I picchi di attività di questi organismi si concentrano in due momenti topici dell’anno: la primavera e l’inizio dell’autunno. Nel primo caso, i danni si concentrano sulla produzione agricola, mentre il secondo, come già accennato, corrisponde al periodo di ricerca dei siti di svernamento e quindi di disturbo negli abitati.

COME RISOLVERE IL PROBLEMA? Una delle peggiori domande da rivolgere oggi agli esperti, è proprio questa.
Come tutti i problemi legati all’equilibrio degli ecosistemi, non vi è mai una soluzione unica e definitiva. Agendo su un sistema complesso come quello naturale, un singolo intervento, anche pesante, può risolvere il problema a livello locale e per un periodo temporale breve, per poi ripresentarsi con invariata potenza se non addirittura aggravandosi nei periodi successivi.
È il caso dell’uso massiccio di prodotti chimici, anche di quelli ammessi in agricoltura biologica, che nell’immediato possono produrre risultati ma rischiano di eliminare, insieme agli insetti dannosi, anche una serie di altri organismi utili nella lotta biologica e negli equilibri dell’agro-ecosistema (Per l’elevata mobilità di questi insetti poi, i trattamenti non sempre producono gli effetti desiderati).
In sintesi, potremmo sì trovarci con meno cimici nelle colture nell’immediato, ma con un aumento abnorme di altri insetti nocivi in un periodo successivo e con il problema cimici pronto a ripresentarsi invariato anche a breve o brevissimo termine. Le cimici, infatti, hanno grande mobilità e conquistano velocemente nuovi territori. In assenza di predatori o di parassitoidi naturali poi, come nel caso della cimice asiatica, il loro numero incrementa esponenzialmente da una generazione all’altra. Ad aggravare ulteriormente la situazione, molte ricerche segnalano che l’elevata mobilità di questi insetti può anche rendere il trattamento chimico poco efficace.
In quest’ottica occorre sottolineare come le difese più efficaci contro le invasioni di insetti nocivi spesso si trovino già presenti in natura. Occorre però creare un contesto agricolo utile a favorire la presenza di organismi antagonisti e predatori delle specie non gradite. È altresì evidente che, per ottenere risultati efficaci e duraturi, sia necessario agire su ampie scale territoriali in un’azione coordinata e sinergica.

Fig. 8- Argiope brunnei è solo uno dei tanti aracnidi che possono aiutarci nella lotta contro gli organismi nocivi

Non ci stancheremo mai di sottolineare l’importanza di ricostruire tutti quegli elementi del paesaggio come le siepi campestri, i filari alberati, le piccole aree umide marginali che possono rappresentare importanti aree di rifugio e di riproduzione per tutta una serie di organismi utili e antagonisti delle cimici e di altri organismi avversi alle colture.

Fig. 9 - La mantide religiosa, un vorace predatore di insetti anche nocivi

Favorire la presenza di uccelli in un’area agricola, ad esempio, non è solo una questione di estetica promossa dai naturalisti, ma è sempre più un’esigenza fondamentale per una buona agricoltura, così come una ben strutturata popolazione di insetti può garantire il controllo delle specie nocive. Tutti gli studi condotti concordano come l’obiettivo finale non potrà mai essere l’eradicazione completa di una specie (risultato impossibile da ottenere, soprattutto per le specie pandemiche) ma si può certamente giungere ad un loro contenimento entro limiti accettabili, grazie ad azioni ecologiche progettate con attenzione.

Fig. 10 - Una cassetta nido per uccelli per favorire la presenza di predatori naturali

Anche la continua ricerca nel settore della lotta biologica, supportato da discipline avanzate come le indagini genetiche, sembra offrire interessanti sviluppi futuri nella lotta contro le avversità di questo tipo: una conoscenza accurata degli organismi già presenti sul territorio e l’avvio di azioni per favorirne la presenza e diffusione, può garantire un importante alleato della difesa delle colture.
E’ in questa direzione che, cercando potenziali nemici naturali della cimice asiatica già presenti in natura, il CREA di Firenze (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha scoperto che Ooencyrtus telenomicida, un micro-imenottero presente in Italia, può essere un efficace agente di lotta biologica. Durante test di laboratorio infatti, si è osservato che una sola femmina di imenottero in 24 ore riesce a parassitare il 35% delle uova della cimice, ma in presenza di più femmine si arriva a risultati anche del 100%. La strada intrapresa sembra promettente e si spera di ottenere soluzioni efficaci anche sul campo, sebbene i primi test in questo senso non abbiano fornito dati molto confortanti.
L’introduzione di specie esotiche antagoniste, infine, come la vespa samurai (Trissolocus japonicus - di cui tanto si parla in questi giorni) per combattere l’invasione delle specie esotiche, può rappresentare una soluzione per l’immediato, ma ci preme ricordare come molte altre azioni simili in passato non abbiano sortito gli effetti sperati e, anzi, abbiano creato ulteriori e inaspettati problemi come accaduto per la cozza zebrata (7) e la gambusia (8). Tali iniziative andrebbero valutate solo come estrema ratio per i casi più gravi e supportate da un’accuratissima valutazione scientifica, volta a evitare ulteriori e incontrollabili danni agli ecosistemi e alle produzioni.


Fig 11 - Trissolocus japonicus depone uova all’interno di quelle della cimice asiatica

Testo di Roberto Ostellino

NOTE
1- RINCOTI - grande gruppo che racchiude circa 68.000 specie note alla scienza in tutto il mondo. Il nome deriva dall’apparato boccale composto da un rostro (dal greco Rhynchos) atto a surgere nutrienti da svariati substrati. Sebbene nell’ordine dei rincoti compaiano tutti i possibili adattamenti alimentari, da organismi fitomizi, a quelli predatori ed altri specializzati nella digestione del sangue dei vertebrati, le cimici nello specifico sono quasi esclusivamente fitofaghe e quindi innocue per animali ed esseri umani (ad eccezione della cimice dei letti, ectoparassita obbligato dell’uomo ed ematofago obbligato).
2- Ematofago: organismo che si nutre di sangue
3- Il termine corretto è “fitomizi”: ovvero organismi che si nutrono della linfa di piante succhiandola direttamente dai vasi cribrosi delle piante.
4- Non è il primo caso di diffusione di specie asiatche con questa modalità, sembra anzi uno dei vettori preferiti per molti organismi viventi che vivono a stretto contatto con l’uomo e quindi presenti nella quotidianità delle attività umane. Le cimici asiatiche, quindi, sono solo una delle ultime specie che hanno approfittato di un passaggio per fare un giro gratis del globo. Sembra incredibile, ma anche animali ben più grossi hanno viaggiato "a scocco" in nave sino dai tempi più remoti: sembra infatti che la diffusione del ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus) in tutto il mondo sia stata provocata dai viaggi marittimi già in tempi molto antichi. Un altro esempio eclatante di tempi più recenti è quello del corvo delle case (Corvus splendens), corvide di origine asiatica (subcontinente indiano che ha utilizzato gli scali portuali di mezzo mondo per diffondersi in continenti lontani. Oggi è una presenza affermata anche in molte regioni dell’Africa orientale e del Sudest Asiatico, con piccole popolazioni in Nordamerica e in Europa.
5- È un organismo vivente che instaura con un altro individuo, detto ospite, affine dal punto di vista tassonomico, un rapporto trofico ascrivibile al parassitismo. Il concetto di parassitoide è teoricamente estensibile all'intero ambito degli organismi viventi, tuttavia per la sua frequenza e per l'alto grado di caratterizzazione, si applica in campo entomologico. (https://it.wikipedia.org/wiki/Parassitoide)
6- Neanide: è uno degli stadi giovanili dello sviluppo postembrionale degli insetti a metamorfosi incompleta come i Rincoti. Le neanidi sono larve sostanzialmente simili a quella degli adulti, dai quali differiscono in generale per le minori dimensioni, per l'assenza delle ali e per l'immaturità degli organi riproduttivi.
7- Originaria del Mar Nero e della zona del Mar Caspio, oggi è comunemente reperibile nei corsi d'acqua dell'Europa centrale e in molti laghi. È inserito nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo. Introdotta in Italia e in molti altri paesi per sfruttarne il grande potere filtrante e depurante delle acque ma è divenuta specie fortemente invasiva, con gravi danni a tubazioni e infrastrutture per il suo elevatissimo potere incrostante e per la riduzione drastica della biodiversità acquatica nei contesti in cui è stata introdotta.
8- Pesciolino tropicale introdotto in Italia negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, nella speranza di combattere la proliferazione delle zanzare ma che invece non produsse i risultati attesi, diventando invece un ospite indesiderato degli ecosistemi naturali nostrani.

FONTI
Il controllo biologico degli insetti dannosi: vecchi concetti e nuove strategie
DOI 10.12910/EAI2016-036
di Emilio Guerrieri, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante – CNR
http://eai.enea.it/archivio/anno-2016/uomini-e-insetti/il-controllo-biologico-degli-insetti-dannosi-vecchi-concetti-e-nuove-strategie

ASPECTS REGARDING THE COLORING OF ADULT INSECTS OF NEZARA VIRIDULA
Sofia LO MONTE1, Bianca LIUZZA1, Ioana GROZEA2
Università degli studi di Palermo, Viale delle Scienze edificio, Palermo, Italy 2Banat’s University of Agricultural Sciences and Veterinary Medicine “King Michael I of Romania” Timisoara, Romania

Monitoraggio della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys): aggiornamento della diffusione in Friuli Venezia Giulia nella stagione 2016
Luca Benvenuto, Iris Bernardinelli, Giorgio Malossini
Servizio fitosanitario e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica
https://www.researchgate.net/publication/312118243_Monitoraggio_della_cimice_marmorata_asiatica_Halyomorpha_halys_aggiornamento_della_diffusione_in_Friuli_Venezia_Giulia_nella_stagione_2016

Gazzetta ufficiale
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-09-05&atto.codiceRedazionale=19G00108&elenco30giorni=false

CREA
Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria
https://www.crea.gov.it/home

HALYOMORPHA HALYS
La cimice asiatica

Nota tecnica realizzata da Dalia Del Nista, Antonio Aronadio e Claudio Carrai - Servizio Fitosanitario Regione Toscana
http://www.regione.toscana.it/documents/10180/11270546/Nota-tecnica_Halyomorpha-halys.pdf/d7d798b3-558b-431a-8241-0f7c5b1d7d6e

Halyomorpha halys
Scheda descrittiva - Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue

https://msn.visitmuve.it/it/ricerca/schede-tematiche/specie/cimice-asiatica-halyomorpha-halys/

Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Nezara_viridula
https://it.wikipedia.org/wiki/Palomena_prasina
https://it.wikipedia.org/wiki/Halyomorpha_halys
https://en.wikipedia.org/wiki/Graphosoma_italicum
https://en.wikipedia.org/wiki/Coreus_marginatus
https://it.wikipedia.org/wiki/Cimex_lectularius

LOTTA BIOLOGICA CONTRO LE CIMICI
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
http://www.entesviluppoagricolo.it/news/in-primo-piano/2016/10/18/lotta-biologica-contro-le-cimici-306/

La cimice verde (Nezara viridula) e altre cimici della fam.Pentatomidae
https://ortoecologo.jimdo.com/insetti-nocivi/la-cimice-verde-nezara-viridula-e-altre-cimici-della-fam-pentatomidae/?fbclid=IwAR1w13eMMDU_dDAX-h-4xoi8H2ky28VOOiSwA3TcG64k4dCE_CXF8YecPdk

Trovato l’antagonista naturale della famigerata cimice asiatica
http://www.scienzaegoverno.org/article/trovato-l%E2%80%99antagonista-naturale-della-famigerata-cimice-asiatica

Cimici asiatiche, perché ci invadono e come eliminarle
https://www.wired.it/scienza/ecologia/2018/10/19/come-eliminare-cimici-invasione/

IMMAGINI
1 -Nerzara viridula Di Didier Descouens - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30854399
2- Graphosoma italicum - Nezara viridula - Coreus marginatus
Graphosoma italicum -Di Falosakitas - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6006746
Nezara viridula - Foto Roberto Ostellino
Coreus marginatus (coreide marginato) - Di Stu's Images, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48392012
3 – Halyomorpha halys - foto di Roberto Ostellino
4 - Nezara viridula in fase scura – le tre callosità biancastre alla base dello scutello foto di Roberto Ostellino
5 – una variante cromatica della cimice verde (Nezara viridula) di Roberto Ostellino
6- Femmina di Palomena prasina nella deposizione delle uova - Di M. Kunz - Fotografia autoprodotta, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2812420
7- Uova di cimice asiatica con neanidi By David R. Lance, USDA APHIS PPQ - This image is Image Number 1460052 at Invasive.org, a source for images of invasive and exotic species operated by The Bugwood Network at the University of Georgia and the USDA APHIS Plant Protection and Quarantine program., CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5064165
Fig. 8- Argiope brunnei foto di Marco Rastelli
Fig. 9 - La mantide religiosa foto di Marco Rastelli
Fig. 10 - Cassetta nido per uccelli Foto di meisjedevos da Pixabay https://pixabay.com/it/photos/cassetta-nido-birdhouse-foresta-2216754/
Fig 11 - Trissolocus japonicus depone uova all’interno di quelle della cimice asiatica Di Oregon State University - Samurai wasp, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59463519

Ultimo aggiornamento: 08/11/2019 08:55