News del 23/04/2019

Il sottobosco

In questo periodo dell’anno iniziano a spuntare le prime foglie degli alberi e le foreste si ridestano, colorandosi di tenui o brillanti colori verdi, frutto dei primi germogli che fanno capolino tra i rami.
C’è qualcuno però che si è dato da fare ben prima degli alberi; si tratta del popolo del sottobosco: un variegato insieme di funghi, muschi, felci, erbe ed arbusti.
Queste forme di vita sfruttano i primi tepori primaverili per crescere e svilupparsi, ma è una corsa contro il tempo: devono approfittare quel breve intervallo temporale che anticipa il risveglio degli alberi.
A inizio primavera infatti, quando le giornate iniziano ad allungarsi e le temperature si fanno più miti, tutta la radiazione solare penetra nel bosco e giunge al suolo poiché non ancora intercettata dalle foglie degli alberi.
Questo è il momento più favorevole per le piccole piantine e per gli arbusti, che possono così sfruttare al massimo la migliore esposizione alla luce del Sole. È per questo motivo che le fioriture nei boschi si concentrano in questo periodo dell’anno, in una esplosione di forme e colori sgargianti. Primule, Anemoni bianchi e gialli, Polmonarie, Scille* e molte altre specie fioriscono prestissimo e attirano nugoli di insetti impollinatori e completano così il loro ciclo riproduttivo in un tempo assai breve. Quando le chiome degli alberi iniziano poi a coprirsi di foglie, le piante del sottobosco possono dedicarsi in tutta calma alla formazione dei propri frutti, in un ambiente che si fa via via più ombroso e fresco.
la vegetazione del sottobosco è generalmente tollerante all'ombra. In essa troviamo anche piccoli alberelli dalla crescita assai lenta a causa della mancanza di luce ed arbusti amanti dell’ombra, come ad esempio la Laureola (Daphne laureola), il Pungitopo (Ruscus aculeatus), il Caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum), e il Corniolo (Cornus mas).
Ma è con la morte di un vecchio albero che questi equilibri vengono sconvolti. Il suo schianto a terra darà origine a un varco nella fitta calotta ombrosa delle chiome dalla quale una luce intensa irradierà improvvisamente il sottobosco. Parte così, una estenuante competizione tra i piccoli alberelli rimasti in attesa, all’ombra del grande vecchio. Solo il più vigoroso riuscirà a prenderne il posto, mentre gli altri dovranno cedergli il passo o deperire lentamente.
Il sottobosco è però anche un luogo ricco di vita e di risorse alimentari per molti animali.
La costante copertura delle chiome degli alberi, nel periodo primaverile ed estivo, crea infatti un microclima particolarmente stabile. Si vengono così a determinare condizioni ottimali, sia in termini di temperatura che di umidità, per i processi microbici alla base di degradazione organica che, in questi luoghi, risulta più efficiente e rapida rispetto agli ambienti aperti e soleggiati.
Queste condizioni favoriscono inoltre la proliferazione di felci, muschi e funghi, oltre che di piante tipiche dei luoghi ombrosi e ricchi di sostanza organica e consentono lo sviluppo di numerose specie di insetti e altri numerosi invertebrati.
Ogni foresta ha infine il suo tipico sottobosco: quello delle conifere ad esempio, tende a degradare più lentamente la sostanza organica rispetto ai boschi di latifoglie, per via delle foglie più coriacee degli alberi presenti. La sua composizione di conseguenza sarà assai diversa e vedremo abbondare così piccoli arbusti come la Calluna (Calluna vulgaris) e il Mirtillo (Vaccinum myrtillus) o altri di dimensioni maggiori come il Rododendro rosso (Rhododendron ferrugineum). Non è però raro incontrare in questi luoghi svariate specie erbacee amanti dell’ombra tra cui spiccano alcune appariscenti orchidee come ad esempio la Platanthera bifolia o la rampicante e appariscente Clematide alpina (Clematis alpina), quest’ultima anche presente talvolta negli ambienti aperti dei pascoli e degli arbusteti alpini.
Cosa aspettate? Non perdete tempo e avventuratevi in esplorazione dei sottoboschi prima che lo spettacolo delle fioriture abbia termine!

Roberto Ostellino
*I nomi scientifici delle specie citate nel testo: Primula acaulis, Anemone nemorosa, Anemone ranunculoides, Pulmonaria officinalis e Scilla bifolia


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