News del 07/09/2018

Martedì 4 settembre si è tenuto il corso per insegnanti nel Bosco dell'Alevè

Martedì 4 settembre si è svolta, nel Bosco dell'Alevè, una giornata di formazione per i docenti, organizzata dal Parco del Monviso e dal Liceo Bodoni, condotta dal professore universitario Stefano Fenoglio.
Riportiamo qui il racconto del prof. Mauro Boschivecchi del Liceo Bodoni di Saluzzo.

""Secondo una tradizione felicemente consolidatasi negli anni, il Parco del Monviso ed il Liceo Bodoni hanno proposto martedì 4 settembre un approfondimento “sul campo” degli studi di ambito biologico. Nutrita la partecipazione dei docenti (una quarantina), che provenivano da vari ordini di scuola della provincia, suggestivo lo scenario in cui si è svolta la lezione, come del resto faceva presagire il titolo dell'iniziativa: “Aspetti naturalistici del bosco e ambienti acquatici dell'Alevé”.
A farci da guida e relatore è stato il prof. Stefano Fenoglio, docente di biologia presso L'Università del Piemonte Orientale. Così, nell'ombra di quella scogliera verde che è il bosco dell'Alevé, sopra Pontechianale, si è snodato, nel senso letterale del termine, il sentiero didattico alla scoperta di vari aspetti della vita fluviale e boschiva che il prof. Fenoglio ha illustrato con la competenza e l'affabilità che già l'anno scorso avevamo sperimentato, in quel caso lungo l'alto tratto del Po.
Di tali aspetti chi scrive non può dare qui che un'indicazione per cenni, ma non vorrà tacere quelli che gli son sembrati più degni di nota: i pini cembri distinguibili dagli altri alberi aghifoglie perché di aghi appunto ne hanno cinque raggruppati in un ciuffetto, le damigelle (è questo il nome un po' matrimoniale che diamo agli zigotteri) alianti in amore sul pelo dell'acqua del Lago Secco, la rana temporaria che ama i climi freddi e depone le sue uova sulla neve ed è perciò l'unico batrace che vive in Scandinavia, il movimento delle acque dei fiumi che sembrano votati inesorabilmente, non si sa bene perché, a “meandrizzare” .
La rassegna potrebbe ancora proseguire, ma conviene fermarsi e aggiungere solo che nelle otto ore del corso, dal mattino alle 9 alla sera alle 17, i partecipanti hanno potuto fruire, oltre che dei preziosi distillati della scienza, anche di momenti di socialità, che hanno avuto il loro coronamento, come d'uso, nel pranzo al rifugio Bagnour.
Alle 17 si era di ritorno a Castello, magari stanchi, ma con una pigna in più nel proprio zaino, quella che sempre ci regalano le esperienze di questo tipo. Dopo i saluti, ognuno sparpagliato alla sua tana, come i pinoli sparsi per il bosco dalla nocciolaia.


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