News del 01/09/2017

La montagnaterapia in cammino: la cronaca dei due giorni

Erano circa un centinaio le persone che martedì 29 agosto alle 10,15 del mattino si sono ritrovate a Pian del Re per salire al rifugio Quintino Sella. Niente di speciale se non il numero “dirà qualcuno”, ed un’escursione anche abbastanza usuale.
Di non usuale però, c’erano i componenti del gruppo: persone diversamente abili appartenenti ad una quindicina di servizi delle provincie di Cuneo e Torino. Ad accompagnarli molti operatori e dirigenti di questi servizi, parecchi volontari nonché medici, educatori professionali e psicologi. Per completare, oltre a cinque richiedenti asilo del Carlo Alberto di Racconigi, il presidente del Parco del Monviso Gianfranco Marengo, l’Assessore regionale alle Politiche Sociali Augusto Ferrari e l’alpinista e scrittore di montagna Enrico Camanni. Ad indicare la strada e a far rilevare le caratteristiche faunistiche del territorio alcune guardaparco del Parco del Monviso e di quello delle Alpi Marittime.
La salita avviene a tappe, come una specie di staffetta, con la bandiera dell’Officina Monviso 2017 che passa di mano in mano. La prima tappa è al lago Fiorenza, dove Claudio Latino - organizzatore di Officina Monviso - ed Enrico Camanni, svolgono le prime riflessioni sul senso di andare in montagna in gruppo con persone di diverse abilità. La seconda fermata è al lago Chiaretto, dove si consuma il pranzo, si canta e si svolgono altre riflessioni sul senso dello stare insieme e del godere delle bellezze e delle opportunità della montagna, svolte da Mario Piasco – coordinatore del gruppo nord-ovest di MT -, Sebastiano Audisio e ancora Camanni. Scende uno che si sbraccia per salutarci: è Lorenzo Lanfranco coordinatore della DIAPSI di Savigliano; è un incontro graditissimo benché inaspettato. Ci salutiamo e poi lui prosegue la discesa.
Verso le 14 un gruppo torna a Pian del Re, mentre gli altri (la maggioranza) si avviano, bandiera al vento, verso il rifugio dove sono accolti entusiasticamente dai gestori Hervè, Silvia, Germana e Alessandro. Il tempo di sistemarsi nelle camere, di ammirare il Viso che finalmente si disvela dalle brume nebbiose che prima lo avvolgevano; quindi l’abbondante cena.
Il bello però viene dopo, dalle venti alle ventidue.
La serata, coordinata da Livio Tesio – dirigente regionale – segue lo svolgimento classico di un vero e proprio convegno, solo che al posto di essere in un’anonima sala congressi, siamo nel saloncino del Quintino Sella e … proprio non c’è paragone!
Dopo la visione di un breve filmato sulle esperienze di Officina Monviso dello scorso anno e sull’escursione al lago Blu di un mese orsono di un disabile in joelette, tirata e spinta dai migranti del Carlo Alberto, cominciano gli interventi e le riflessioni. Tutti senza paroloni, senza retorica, anche quelli che apparentemente avrebbero potuto esserlo. Le conclusioni sul senso della giornata e dello stare in montagna senza essere necessariamente alpinisti od esperti, le tirano l’assessore Ferrari e la psicologa dott.ssa Daniela Massimo del DSM dell’ASL CN 1. Le parole sono semplici, le comprendono tutti, utenti compresi, che si sentono liberi di esprimere i loro pensieri.
Alle 22,15, dopo aver ammirato un cielo stupendo, il silenzio e … tutti a letto!
L’indomani i più mattinieri restano estasiati ad osservare il sole che sorge su un mare di nuvole. Dopo colazione, mentre un piccolo gruppo passeggia nei dintorni ,la stragrande maggioranza sale al Viso Mozzo per assaporare l’ebbrezza di un tremila. E qui si aggiunge un’altra figura istituzionale: sale infatti in cima, direttamente dal Pian del Re anche l’Assessore regionale alla Montagna Alberto Valmaggia.
A pranzo la polenta com’è d’uso, poi la discesa un po’ più noiosa della salita, ma tant’è. Alla fine rimane in tutti un po’ di rimpianto per dover lasciare luoghi di una suggestione immensa.
Restano le sensazioni e le emozioni dei due giorni: la fatica e la soddisfazione di raggiungere una meta, le difficoltà che diventano opportunità, le differenze che diventano ricchezza, la consapevolezza che, insieme, si può raggiungere qualsiasi vetta.


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