News del 31/05/2017

Pagine botaniche dal taccuino del Guardiaparco

Ecco perché tutte le orchidee spontanee sono fiori speciali da proteggere

In servizio per le nostre valli, mi è capitato di imbattermi nella fioritura di bellissime orchidee. Se ci si lascia trasportare dalla curiosità di osservarle più da vicino, si scopre che le piantine, a prima vista tutte uguali, in realtà si differenziano per forme e colori; più si osservano e più si desidera conoscere questi fiori. Esse emanano un fascino unico, una sorta di sindrome di Stendhal.
Ma perché le orchidee sono così speciali da essere protette? Una ragione c’è e non è solo la loro indiscussa bellezza. Le orchidee sono piante molto delicate, anzi “sofisticate”, perché per nascere devono verificarsi particolari condizioni. Innanzitutto le orchidee sono specie simbionti di funghi: il seme microscopico (polveroso) sprovvisto di materiale nutritizio, per svilupparsi, deve incontrare nel terreno un fungo con il quale formare un sodalizio vantaggioso. Il fungo entra nella radice e aiuta la pianta a integrare la sua “dieta” fornendo i sali minerali di cui necessita; l’orchidea in cambio cede al fungo zucchero (endomicorrize).
Questo è il principale motivo del perché un’ orchidea prelevata in un luogo e trapiantata in un altro non fiorisce più ed è destinata a morte certa!
Esistono poi orchidee esclusive di suoli silicei e altre che prediligono terreni calcarei, specie tipiche di fondovalle e specie legate ad ambienti di bosco o rupicole.
Ma le sorprese non sono finite!! La giovane plantula, una volta raggiunta l’età della riproduzione (talvolta sono necessari alcuni anni), si prepara a mostrare il fiore che dev’essere impollinato.
Anche in questo caso le orchidee risultano complicate, perché a ciascuna specie spesso corrisponde una sola specie di insetto impollinatore da ricercare tra: api, bombi, api solitarie e farfalle.
Esistono diverse strategie riproduttive, quasi tutte ottenute con l’inganno, di cui riporto qualche esempio:
- Il fiore può assumere lo stesso odore del feromone delle femmine degli insetti impollinatori e attrarre così i maschi che, volando di orchidea in orchidea, le feconderanno
- il fiore imita nel disegno e nella forma l’organo deputato alla riproduzione e l’insetto maschio vi si poggia sopra prelevandone inconsapevolmente il polline che verrà poi trasferito ;
- parti del fiore assumono sembianze di coppe ricolme di nettare da risultare assolutamente irresistibili: gli insetti gustandolo si sporcano di polline che spostano con il volo ;
- le infiorescenze possono essere profumatissime (alcune orchidee del genere Nigritella hanno sentore di vaniglia e/o cioccolato) e attirano negli speroni farfalle con organi succhiatori altamente specializzati.
Tutti questi stratagemmi andranno a buon fine e ne seguirà un frutto, sempre che le stagioni portino con sé condizioni climatiche favorevoli, sia per le piante sia per gli insetti impollinatori.
La perdita di molte specie e la loro drastica diminuzione è dovuta non solo alla rarefazione degli ambienti e ai cambiamenti climatici, ma anche alle attività umane e all’abbandono dei pascoli; basta poco per variare gli elementi che compongono il precario equilibrio necessario per la vita di questi vegetali.
Osserviamo dunque le orchidee con un occhio di riguardo, ora che conosciamo la complessità biologica che le caratterizza e il motivo della loro protezione assoluta (in tutta la Regione è vietata non solo la raccolta ma anche il danneggiamento).
La prossima volta che ci capiterà di trovarle sul sentiero, sarà motivo d’orgoglio sapere di aver fatto un incontro speciale, da immortalare con una bella fotografia. Non si potrà poi resistere alla curiosità di scoprire con quale delle 90 specie presenti in Piemonte abbiamo avuto il piacere di fare la nostra conoscenza!

(Guardiaparco Annalisa Rebecchi)


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